Nella splendida cornice del Castello dei Principi a Viggianello (PZ), grazie all’associazione Byanellum, ai microfoni de “Il Sogno nel Cuore” è intervenuto per un’intervista esclusiva Filippo Galli. Filippo, ex calciatore del Milan, può vantare oltre 300 partite con i rossoneri con 3 Champions League e 5 campionati italiani nel proprio palmarès.
Filippo Galli: “Tre finali di Champions League senza subire gol. Van Basten? Elegante. Rino Gattuso…”
Filippo bentrovato. Nella tua carriera oltre 300 partite con il Milan, 325 se vogliamo esser precisi. Guardandoti indietro, da tifoso milanista, sei felice della carriera in rossonero?
“Sono ovviamente soddisfatto, sono estremamente felice del mio percorso. Mi ritengo molto fortunato, nonostante le sette importanti operazioni che ho dovuto affrontare nel corso della mia carriera. Ho vissuto uno dei periodi più vincenti del Milan, mi son tolto tantissime soddisfazioni in quei 15 anni…”
A proposito di soddisfazioni, pochi calciatori italiani vantano tre Champions League in bacheca, tutte e tre senza subire gol…
“Hai fatto benissimo a sottolineare senza subire gol (ride NDR): avevamo una difesa mobile, attiva, e subivamo pochissime reti. La finale di Atene, vinta 4-0 contro il Barcellona, è quella che ricordo con più piacere avendola giocata dal 1′. Nelle finali contro Benfica e Steaua Bucarest giocai soltanto pochi minuti nel finale. La vittoria in finale contro la Steaua al Camp Nou di Barcellona però, fu la più travolgente da un punto di vista emotivo. I tifosi rumeni erano assenti causa guerra e l’intero stadio rossonero tifava per noi: un’emozione indescrivibile da milanista”
Quale è il primo ricordo che ti viene in mente pensando al Milan?
“Ho tantissimi bei ricordi, indubbiamente ricordo con piacere l’arrivo della proprietà Fininvest e della famiglia Berlusconi. E, parallelamente, l’arrivo di Sacchi e del suo staff tecnico. Questo binomio permise noi di far un netto ed importante salto di qualità, diventando una delle squadre più forti d’Europa”
Hai citato Sacchi. Oltre Arrigo, anche Ancelotti e Capello nella tua carriera. Cosa li ha resi così vincenti?
“Tutti si distinguono per la dedizione al lavoro. Carlo era straordinario nell’attenzione verso le persone che lo circondano, era molto sensibile ed empatico. Arrigo fu un innovatore tecnico-tattico, era sempre aggiornato su tutte le dinamiche calcistiche. Fabio invece, rigenerò un gruppo piuttosto nervoso all’epoca, fu bravo nel non stravolgere completamente una squadra vincente”
Dagli allenatori ad alcuni ex compagni. Facciamo un gioco: dimmi il primo aggettivo che ti viene in mente pensando ad alcuni di loro.
Baresi? “Immenso” Maldini? “Straordinario” Paolo Rossi? “Dolce” Costacurta? “Tosto” Van Basten? “Elegante” Gullit? “Dominante” Riijakard? “Roccioso”
Tra i tuoi ex compagni, figurano anche Donadoni e Stroppa, ad oggi allenatori.
“Con Donadoni spesso abbiamo diviso anche la camera insieme, ricordo ovviamente i momenti prima della finale di Atene con lui. Lo spogliatoio lo definiva “l’osso”, era un grandissimo competitor, voleva e vuole sempre vincere. Giovanni Stroppa lo scelsi come primo allenatore per allenare la Primavera del Milan, è un grandissimo tecnico”
Ad oggi, il binomio Tare-Allegri la convince?
“E’ un bel quesito. Tare e Allegri saranno i garanti del nuovo progetto tecnico del Milan, sembra che abbiamo iniziato già muoversi molto bene…”
Maradona, Platini, Zico e non solo: quali calciatori ti hanno maggiormente messo in difficoltà?
“Ho marcato tantissimi calciatori nella mia carriera, tanti son stati impegnativi. Rummenigge, Zico, Casagrande, Pruzzo e Platini inserisco sicuramente nella lista dei più ostici da affrontare da difensore”
Com’è difficile essere Rino Gattuso titolavi in un articolo pubblicato messi fa sul tuo blog. Oggi, alla guida della Nazionale italiana, quanto è difficile essere Rino Gattuso?
“Si, è un articolo tratto dal mio blog. Rino è un grande uomo, si troverà difronte ad un impegno molto difficile. Dovrà trovare motivazione e determinazione nei nostri ragazzi, ma lui è un top in questo”
Spesso parliamo di carenza di talento e giovani per la nostra Nazionale. Come si dovrebbe lavorare con loro?
“Non credo esista una ricetta perfetta, sono sicuro però che dovremmo cambiare alcune metodologie di allenamento. Si dice che manca la tecnica ai nostri calciatori, ma l’1 contro 1 nelle nostre scuole calcio vien allenato in 15-20 secondi, mentre in partita dura massimo 5. Dunque, ciò che accade in partita andrebbe allenato più concretamente in allenamento”
Il tuo primo libro Il mio calcio eretico tratta proprio questo…
“E’ un titolo molto forte. E’ un racconto della mia carriera. E’ un racconto delle mie esperienze nei settori giovanili. Parlo del talento, delle metodologie di allenamento, del lavoro sui giovani che bisognerebbe fare”
Pallone tra le stelle, invece, quali temi affronta?
“Pallone tra le stelle lo abbiamo scritto con Jacopo Cipriani. E’ un racconto per ragazzi e per i genitori, per tutti coloro che sono coinvolti nel mondo del calcio. Il tema è sempre quello del calcio giovanile, con parentesi legate anche al calcio dilettantistico”
Dove ti immagini tra qualche anno, nuovamente in uno settore giovanile?
“Si certo, ho sempre nel cuore la speranza di tornare in un settore giovanile. Sto cercando di mantenermi sempre aggiornato e di approfondire nuove metodologie di allenamento per i ragazzi”
a cura di Emanuele Cantisani
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