Ai microfoni di “ISNC” è intervenuto per un’intervista esclusiva Dario Di Gennaro, giornalista sportivo per Rai Sport.
Dario Di Gennaro: “Juric all’Atalanta è un punto interrogativo, Chivu all’Inter è una scommessa. De Bruyne…”
Come giudica l’acquisto di Kevin De Bruyne da parte del Napoli? Quanto sarà incisivo?
“Intanto è un’opportunità. In qualità di svincolato il Napoli ha potuto esercitare la pressione giusta, ha potuto mettere in vetrina il proprio fascino grazie allo scudetto. Altrimenti, un giocatore così, sotto contratto, sarebbe stata utopia pensare di vederlo in maglia azzurra. E’ un’opportunità anche per il giocatore: può dimostrare che ha altre stagioni da spendere ad alti livelli. Non sarà facile adattarsi alla vita napoletana: non è il belga Mertens (mezzo napoletano), non è il belga Lukaku (poliglotta e politicamente impegnato) ma è il belga De Bruyne, fiammingo, timido e molto riservato. E poi in campo, lo sappiamo, le difese italiane sono molto più asfissianti di quelle inglesi. Ma certamente risulterà un giocatore determinante, la sua versatilità si sposa perfettamente con la necessità di Antonio Conte di avere un’alternativa a McTominay oppure alla seconda punta, ma può giocare anche come ala. Nel calcio di oggi la duttilità è la qualità migliore a disposizione dei tecnici e se ti chiami Kevin De Bruyne unisci doti uniche a un eclettismo innato”
Marianucci, De Bruyne, Musah… quanti e quali colpi farà il club partenopeo?
“Intanto sono arrivati i primi due. Le altre sono trattative, più o meno interessanti. Il problema reale, in questo momento per il Napoli, è che le controparti conoscono il desiderio di ADL di investire per migliorare la squadra e alzano il prezzo. Per esempio, 25mln per Musah mi sembrano esagerati. Lookman Ndoye, Lucca, Grealish, Garnacho, Beukema, Juanlu Sanchez, Suzuki… quanti nomi ballano e siamo ancora a metà giugno… Qualcuno arriverà, per competere sul serio in Serie A e in Champions occorrono davvero due squadre. Mi aspetto almeno tre colpi di primo piano e altri tre di prospettiva”
E’ d’accordo con le scelte di Chivu e Jurìc sulle panchine di Inter ed Atalanta?
“Chivu all’Inter è una bella scommessa, un’idea accattivante, soprattutto è benzina per i tifosi interisti rimasti a secco dopo la sconfitta in Champions. E’ il profilo giusto per rianimare il gruppo, è un combattente, ha lavorato molto bene con le giovanili nerazzurre, alla prima esperienza in A ha salvato il Parma. Non ha paura di lanciare i giovani e conosce molto bene l’Inter. ovvero spifferi di spogliatoio e pressioni ambientali. E al di là di come è finita quest’anno, l’Inter ha ancora una signora rosa. Juric all’Atalanta è un grande punto interrogativo. Perché dopo una stagione disastrosa come quella vissuta tra Roma e Southampton ci vuole coraggio e faccia tosta per sedersi su una panchina di successo come quella bergamasca. E’ però vero che lo stesso Gasperini lo ha più volte indicato come il suo miglior discepolo: per il tecnico croato può essere l’anno del riscatto o l’ultimo nel nostro campionato.
Allegri e Tare costruiranno un istante team per provare a vincere subito. Quali potrebbero essere i profili adatti per i rossoneri?
“Sulla storia dell’instante team ho le mie perplessità. Ci vogliono giocatori già fatti, ma non troppo costosi. Qualche nome per la piazza, ma senza Coppe europee chi viene? La rosa attuale del Milan non è tutta da buttare e Allegri avrà solo il campionato sul quale concentrarsi. Dunque non servono nemmeno grosse rivoluzioni, a meno che non siano gli attuali titolari a scappare. I vari Xhaka, Jashari sono profili interessanti per colmare la partenza di Reijnders. In realtà il Milan dovrebbe puntare tre-quattro giovani di buon talento per elevare lo spessore della rosa: penso a Fazzini, Leoni, Caprile, Molina e poi a un vecchietto come Immobile che i suoi gol li garantisce sempre”
Gasperini e Sarri: a cosa possono ambire le due romane nel prossimo campionato?
“In questo momento è difficile capire che campionato faranno. L’obiettivo qualificazione alla Champions resta il traguardo per entrambe. Gasperini deve insediarsi in una piazza che non è Bergamo. Era molto più giovane ma all’Inter andò malissimo. Oggi con un’età più matura, un’esperienza diversa e con le spalle coperte da Ranieri può far bene. Sulla carta. Ma allo stato attuale, senza che il mercato sia decollato è impossibile definire quanto bene possa fare. Sarri, dal canto suo, conosce invece molto bene l’ambiente, ha una rosa discreta, se non perde i pezzi migliori e ne aggiunge un paio di qualità potrà fare un buon campionato”
a cura di Emanuele Cantisani
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Emanuele Cantisani