“C’è chi dice no, io non mi muovo”, così canta Vasco Rossi in una sua celebre canzone ed è quello che è successo nel primo scorcio di calciomercato. Se negli anni scorsi il “no” a una big o addirittura alla Nazionale era impensabile, quest’anno sembra esserci stata l’inversione di tendenza soprattutto tra gli allenatori. Tra Nazionale e club, nel vero e proprio periodo dei rifiuti c’è stato chi ha gioito, chi sperava in altro e soprattutto chi ha dovuto buttare giù il boccone amaro.
Il periodo dei rifiuti: Acerbi, Ranieri e Pioli dicono “no” alla Nazionale
Le vicende con rilevanza maggiore riguardano sicuramente la Nazionale italiana. Il primo rifiuto è stato quello di Francesco Acerbi alla chiamata di Spalletti. Le motivazioni sembrano essere legate a una mancanza di rispetto: secondo il centrale dell’Inter non ha valore la convocazione di un giocatore se non ritenuto (nelle scorse gare) parte integrante del progetto del Ct. A destare più preoccupazione è la questione allenatore. Come ben sappiamo, Spalletti è stato sollevato dall’incarico dopo la disfatta con la Norvegia che ha messo a rischio la partecipazione ai Mondiali per la terza edizione consecutiva. Sedere sulla panchina di una Nazionale dovrebbe essere il sogno di ogni allenatore, invece dopo una settimana, l’Italia non ha ancora un nuovo Commissario Tecnico. Mancini tornerebbe ma solo dopo le scuse, Ranieri ha declinato l’invito, Pioli ha detto “no”! Allora siamo proprio sicuri che i continui fallimenti dipendano sempre e solo dagli allenatori?
Tornando al dopo-Spalletti, la Federazione sembra aver trovato l’accordo con Gennaro Gattuso che non era assolutamente una prima scelta. Ma cosa ci cela dietro i ripetuti “rifiuti”? Sir Claudio è stato il primo nome sulla lista del presidente Gravina. Ranieri ha preso in esame l’invito solo col doppio incarico di dirigente della Roma e Ct della Nazionale, accordato con i vertici dell’Italia. Dopo un’attenta riflessione, però, ha deciso di declinare. Ha prevalso il buon senso di un Signore del calcio? Immaginate nel Paese della polemica: Ranieri che fa giocare 95 minuti a un giocatore del Napoli prima di un Roma-Napoli. Putiferio! Avranno vinto i Friedkin a far rispettare il contratto? Chi lo sa! La Nazionale allora ha virato su Stefano Pioli, in parola avanzata con la Fiorentina. Secco “no” dell’ex Milan che ha preferito attendere la chiusura dell’accordo con la Viola. Tutte decisioni che sembrano far intendere che si preferisce il progetto in confronto al rischio di poter fallire facilmente, anche se è la Nazionale a chiamare.
Il periodo dei rifiuti: in Federazione regna l’approssimazione
A questo punto, esclusa la pista straniera, si sta puntando tutto su una sorta di “vecchie glorie”: Gattuso allenatore, ruolo tecnico per Prandelli e ritorno nello staff anche di Bonucci e Barzagli. Nei prossimi giorni è previsto un altro incontro tra le parti per cercare la quadra definitiva. Tra i vertici dell’Italia, ancora una volta, a regnare è l’approssimazione e la disorganizzazione. La programmazione a lungo termine rimane solo un lontano miraggio a discapito di quelle persone e tifosi che ancora credono nel valore del calcio, della maglia e dei colori indossati, oltre allo spirito d’appartenenza.
La Juventus si accontenta di Tudor dopo incassato i “no” da Conte e Gasperini
C’era una volta la Juventus… La squadra torinese era la più ambita e potente in Italia e mai nessuno si sarebbe aspettato di dover incassare il rifiuto da due cuori bianconeri. Parliamo di Antonio Conte e Gian Piero Gasperini. Tutto è partito alla fine del campionato, dopo lo scudetto vinto con il Napoli: la Juventus ha tentato di riportare Conte sotto la Mole, facendo scendere in trattativa addirittura Chiellini in persona (molto amico) puntando soprattutto su un amore mai negato dell’allenatore leccese verso la Vecchia Signora. Le parole al passato di De Laurentiis alla festa con la squadra e le continue pressioni e rivelazioni dei media portavano a pensare al divorzio, ma così non è stato. Il presidente del Napoli, all’incontro con Conte, ha convinto il suo allenatore con un aumento spontaneo dello stipendio e con un progetto che garantirà di lottare ai vertici. Dopo qualche giorno è arrivato l’annuncio della permanenza e quindi la Juventus è stata costretta a continuare il toto allenatore.
Avanti il prossimo… Sull’elenco bianconero non poteva che esserci uno dal dna bianconero: Gian Piero Gasperini che nel frattempo si era liberato dall’Atalanta dopo 9 anni. Sono bastati pochi colloqui per capire che quello juventino non era il progetto giusto e quindi ecco il secondo “no” in pochi giorni. La Juventus, allora, si è accontentata a malincuore di trattenere Tudor facendo scattare il rinnovo automatico dopo la qualificazione in Champions.
Fabregas “snobba” l’Inter: il progetto tecnico del Como dà più certezze
Con la partenza di Inzaghi, anche l’Inter si è ritrovata ad andare alla ricerca del nuovo allenatore. Con poche sorprese, la dirigenza nerazzurra ha contattato Cesc Fabregas ma con scarsi risultati, mettendo un altro tassello al periodo di rifiuti. Dietro al rifiuto dello spagnolo non ci sono i soldi ma solo la prospettiva di carriera. L’allenatore del Como sa che continuando a lavorare bene avrà tantissime opportunità soprattutto con l’appoggio della società che gli ha garantito una squadra di livello anche per il prossimo anno. Chi si sarebbe mai aspettato, fino a qualche anno fa, che l’allenatore di una neopromossa rifiutasse i vice campioni d’Europa? Il calcio sta veramente cambiando? Davvero non basta più il nome per creare appeal? Il campo darà le sentenze con l’augurio che vengano valorizzati sempre di più i valori di organizzazione e progettualità.
A cura di Sabato Peluso
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Sabato Peluso