Ai microfoni di “ISNC” è intervenuto per un’intervista esclusiva Enock Barwuah, calciatore dell’Ospitaletto in Serie C e fratello di Mario Balotelli.
Enock Barwuah: “Vieira non si è comportato benissimo. L’astio era legato alla persona, non al calciatore”
Come nasce la sua passione per il calcio?
“La passione per il calcio l’ha trasmessa mio papà, a me e mio fratello. Ho sempre portato avanti questo sport, sin dalle scuole elementari con i miei amici.
Malta, Turchia e Inghilterra: che esperienze sono state?
“Son state esperienze che mi hanno formato, Malta, la Turchia e l’Inghilterra soprattutto. Ho appreso tanti insegnamenti nuovi, lontano da casa sono cresciuto sia come calciatore che come persona”
Raccontaci dell’ultima stagione in Serie D con l’Ospitaletto.
“Quest’anno è stato un campionato fantastico, abbiamo trascinato l’Ospitaletto in Serie C dopo oltre 40 anni. Ad inizio anno non erano queste le aspettative…”
Come giudica il rapporto Vieira-Baloteli al Genoa?
“Vieira non si è comportato benissimo, non ha rispettato nè il calciatore nè la persona. Mario aveva tantissima voglia, è arrivato umilmente con il desiderio di poter dire la sua in Italia. Probabilmente era un astio legato alla persona, non al calciatore. Se fosse rimasto Gilardino indubbiamente avrebbe trovato molto più spazio…”
Dove giocherà la prossima stagione? Suo fratello?
“Io, incontrerò il presidente ed il direttore, molto probabilmente, rimarrò ad Ospitaletto. In merito a Mario non so nulla, non ne abbiamo ancora parlato, spero tuttavia che riesca a trovare quanto più spazio e minutaggio possibile”
Mario avrebbe potuto fornire un contributo concreto a questa Nazionale?
“La Nazionale non è stata molto corretta con Mario. Mancini e Ventura soprattutto, quando Mario era in un’ottima forma a Nizza e Marsiglia, inspiegabilmente non lo hanno mai convocato. Ad oggi avrebbe potuto fare ancora la differenza, non staremmo a parlare dell’assenza di un “numero 9″. Tuttavia all’Italia manca il senso di appartenenza ed identità, inoltre non si concede mai il tempo giusto anche ai calciatori e all’allenatore per esprimere le proprie idee…”
a cura di Emanuele Cantisani
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Emanuele Cantisani