ESCLUSIVA – Matteo Lanzoni: “Cassano una volta andò via dall’allenamento. Sampdoria e Championship…”

Ai microfoni de “Il Sogno nel Cuore” è intervenuto per un’intervista esclusiva Matteo Lanzoni, ex calciatore della Sampdoria e del Bari.

Matteo Lanzoni: “Cassano una volta andò via dall’allenamento. Sampdoria e Championship…”

Raccontaci come nasce in lei la passione per il calcio e la sua trafila dalle giovanili alla prima squadra alla Sampdoria.

“La passione per il calcio nasce quando ero piccolissimo. Dai 10 ai 16 anni ho iniziato a giocare nel Como per poi trasferirmi alla Sampdoria. A Genova e’ stata una bellissima opportunità, in particolare perché entrai in contatto con calciatori di livello come Cassano e Pazzini. Lì ho vissuto anche la storica qualificazione in Champions con Walter Mazzarri: un’esperienza unica.  In quegli anni, inoltre, ho avuto anche il privilegio di arrivare a vestire la maglia della Nazionale u19 ed u20…”

Raccontaci qualche aneddoto dei suoi anni alla Sampdoria.

“Ricordo tanti aneddoti simpatici in particolare con Antonio Cassano. Una volta, in allenamento, dopo che mi chiese ripetutamente la palla senza riceverla, tornò direttamente negli spogliatoi a fare la doccia… ce ne siam accorti soltanto dopo 15 minuti (ride ndr). Le sue qualità erano indiscutibili, ma era decisamente un “personaggio” a sè…”

Bari, Sambenedettese, Mantova, Foggia e Carrara: tante esperienze in piazze importanti. Quale ricorda con più piacere? Raccontaci qualche aneddoto.

“Son tutte belle esperienze che mi hanno permesso di crescere in fretta. Potrei raccontarti tantissimi aneddoti, ogni anno ha le sue particolarità e le sue peculiarità. Ricordo però che a Foggia, quando è fallita la società, tutto il girone di ritorno abbiamo vissuto in sei calciatori in un trilocale…
Fortunatamente poi, al termine della stagione, siam riusciti quantomeno a salvarci”

Dall’Italia all’Inghilterra. Old Ham Athletic, Yeovil Town, Cambridge United e l’Hartlepool. Come mai la scelta di approdare lí? Quanto e in cosa è diverso il calcio?

“E’ stata una scelta difficile, ma mi intrigava tantissimo. Nel 2013, svincolato, presi il patentino d’allenatore, ma nello stesso anno mi contattò Manuel Pascali, parlandomi dell’interesse di un club scozzese nei miei confronti. Purtroppo non si fece nulla, ma poco dopo mi contattarono dall’Old Ham Athletic, in League One.
Lì giocai 4 mesi, nel complesso fu un’esperienza positiva, ma a gennaio decisi di trasferii allo Yeovil Town, in Championship. Il secondo anno invece, tra Cambridge e Hartlepool, non è stato un anno particolarmente positivo, difatti finii addirittura fuori rosa. In Inghilterra mi ha sorpreso tantissimo il tifo: vi è una bellissima atmosfera sempre nei limiti del rispetto nei confronti del calciatori”

Mandrisio e Collina D’Oro in Svizzera per chiudere la carriera. È evidente la differenza con il nostro calcio?
“Dopo un anno e mezzo dal mio ritiro, mentre lavoravo in banca, mi contattò il Mandrisio in prima categoria svizzera. Dopo 6 mesi, mi trasferii al Collina D’Oro. Lì ho giocato 8 anni, indossando addirittura la fascia da capitano. Il livello svizzero è molto sottovalutato, è davvero buono e corrisponde ad una nostra Serie C/Serie D”

Quali sono i suoi obiettivi futuri, e quali i suoi rimpianti?

“Il mio obiettivo principale è la famiglia, ad ora. Attualmente lavoro in una banca svizzera, ed ho alcuni obiettivi personali lavorativi e continuo a giocare nella squadre over 30 del Collina D’Oro. Ho qualche rimpianto, ma vivendo il momento nessuno. La vita è fatta di scelte, in quei momenti ritenevo che fossero tutte giuste.

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