Ivan Pedrelli: “Vincenzo Italiano è un martello, lo era già da giocatore”
“La passione nasce sin da piccolo, avevo sempre il pallone in mano. Giocavo solo a calcio dentro e fuori casa, avevo papà che essendo uno sportivo piaceva aiutarmi a migliorarmi giorno dopo giorno”
Bologna e Verona, due piazze importanti nella nostra Serie A. Ci racconti la sua avventura lí.
“A Bologna ci sono cresciuto, dai 9 anno fino all’esordio in prima squadra. Ho avuto la fortuna di giocare insieme a giocatori forti che hanno fatto la recente storia di questa squadra e ne sono contento perché mi hanno insegnato tanto. Dopo il primo anno in Serie B, dove sicuramente non ero pronto per una squadra che voleva vincere, ho intrapreso l’avventura a Verona, giocando insieme all’attuale tecnico del Bologna Vincenzo Italiano. Anche lì sono stato attento a cogliere dei piccoli dettagli che ancora oggi mi porto dentro e che dico ai miei ragazzi. Le cose non sono andate bene perché siamo retrocessi ai play-out ma è stata una stagione ricca di soddisfazioni per la mia crescita…”
Ad oggi, il Bologna di Italiano, dove pensa posso arrivare in campionato?
“Vincenzo è un martello, lo era da giocatore e lo è anche adesso in panchina. Non ha un calendario facile ma in questo momento nulla sembra impossibile a Bologna”
Ivan Pedrelli: “Livorno e Foggia hanno qualcosa di speciale”
“A Venezia ho vissuto un ritiro prima di andare a Verona in prestito, diciamo che non sentivo fiducia da parte di un allenatore che non mi faceva neanche fare le partite amichevoli, ed ho deciso di andarmene. Quando sono tornato invece stavo bene ero cresciuto dopo l’esperienza a Verona, ma un grave infortunio alla schiena mi ha fermato un anno e mi ha rallentato la carriera. Il Venezia di quest’anno gioca bene, raccoglie meno di quello che merita, ma è una squadra coesa”
Foggia, Benevento, Livorno, Siena… tante esperienze in realtà importanti per il nostro calcio. Che ricordo si porta dietro e di quale ha un ricordo maggiormente positivo?
“Ho avuto la fortuna, ed un po’ di bravura, per poter giocare in queste piazze ricche di fascino e storia, di passione dei propri tifosi e di città bellissime. Sicuramente Livorno ha qualcosa di speciale perché pur avendo giocato in squadre che ambivano alla vittoria è stato l’unico campionato vinto, una città bellissima che mi portò nel cuore. Anche Foggia per me è molto speciale perché la reputo la città della mia rinascita dopo l’infortunio di Venezia che mi ha tenuto fermo 1 anno, e mi ricordo ogni singolo momento con orgoglio di quella stagione. Benevento sono stati 4 anni intensi, avevamo squadroni che sembravano dover spaccare il campionato invece ogni stagione c’era qualcosa che ci impediva di esprimerci al meglio. Siena non sono riuscito a godermela a pieno per varie situazioni che c’erano state nei 6 mesi passati dopo la vittoria del campionato a Livorno e mi dispiace non aver dato il massimo in quell’esperienza”
Ivan Pedrelli: “Dopo le prime 10 giornate eravamo terzi con il Sasso Marconia…”
“Nel mio primo anno tra i grandi da allenatore le cose erano partite alla grande, dopo le prime 10 giornate eravamo terzi ed avevamo fatto delle piccole imprese come la vittoria a Ravenna, la vittoria in casa con la Pistoiese e Prato, grandi soddisfazioni, ma il campionato di Serie D è lungo e non siamo riusciti a confermarci nel lungo periodo. Ora lottiamo con le unghie e con i denti per mantenere la categoria e non molleremo fino alla fine. Ho una squadra di ragazzi che mi segue e che vogliono il mio stesso obiettivo, la salvezza, tutto insieme la raggiungeremo, ne sono convinto”