Un ragazzo Georgiano nel tempio di D10S

Un ragazzo Georgiano nel tempio di D10S

Scrivevo questo poco più di dodici mesi fa…

C’era una volta un bambino di nome Khvicha che sognava di giocare a calcio in una grande squadra…Da quando ho cominciato a seguire il calcio e dentro di me è esplosa forte la passione per il Napoli, ho sempre ricercato negli atleti che giocavano nella mia squadra quelli che avessero qualcosa in più. Non parlo solo della pura e semplice tecnica ma bensì di un’aurea di talento puro e cristallino che li circondasse. Ricordo come fosse ieri quando il Napoli annunciò di aver acquistato un ragazzo Georgiano, dalla Dinamo Batumi società calcistica che milita nella Erovnuli Liga, massimo campionato del suo Paese. Nato a Tbilisi il 12 Febbraio del 2001 cresciuto nel settore giovanile della Dinamo Tbilisi, Il “nostro” ragazzo è un’ala sinistra dal fisico asciutto e longilineo, ma grazie alle sue doti tecniche può giocare su tutto il fronte d’attacco. Pur essendo molto forte con entrambi i piedi, predilige l’uso del destro. Sinceramente nella mia vita mi è capitato raramente di vedere qualcuno con la sua eleganza nella corsa e nel gioco in velocità. Considerato uno dei migliori talenti del calcio Georgiano nel 2019 viene indicato dalla UEFA come uno dei 50 giovani più promettenti del calcio mondiale.

Un ragazzo Georgiano nel tempio di D10S

Nell’estate del 2022 questo ragazzo meraviglioso approda al Napoli e da quel momento allieta le nostre domeniche allo stadio. Sei arrivato in punta di piedi, hai lasciato che fosse il tuo talento a parlare per te. Ricordo lo scetticismo di alcuni tifosi quando si vociferava che il Napoli ti seguiva da tempo. Molti ti conoscevano poco o per nulla e si sa come sono i tifosi, spesso giudicano un calciatore dal nome senza dargli la possibilità di farsi conoscere. E tu avevi un nome che nessuno conosceva e che molti nemmeno riuscivano a pronunciare. Sorrido! Ma tu hai subito spento ogni polemica dimostrando fin da subito la tua classe. Ti sei presentato con un goal e un assist a Verona per la prima di campionato e la domenica successiva nella prima gara casalinga ci hai deliziato con una doppietta. La scintilla era scoccata! Ci hai travolto e conquistato con la tua classe e con quell’aria sorniona ma “feroce” che ti contraddistingue. Quando tocchi il pallone il tempo resta sospeso per un attimo infinito e lo stadio si alza in piedi in attesa di una tua magia. Ogni tua corsa sulla fascia ci fa smettere di respirare, impazzire di gioia e ci riempie gli occhi di un’estasiante bellezza. Grazie!

Un ragazzo Georgiano nel tempio di D10S

Ho avuto il privilegio di incontrarti più volte lo scorso anno e la tua disponibilità con i tifosi mi ha commosso. Il tuo sguardo da bravo ragazzo non deve trarre in inganno però perché caro Khvicha ti ho visto spesso tramutarti in una tigre e quegli occhi, che prima sembravano tranquilli e rassicuranti, un attimo dopo lanciavano fiamme in direzione dei tuoi avversari. Quando ti vedo giocare al calcio mi riappacifico con il mondo e mi reputo fortunata che tu lo faccia nella mia squadra e nel mio stadio. Sei una delle cose più belle passate nella vecchia Partenope. Era da tanto tempo che aspettavamo uno come te il popolo di Napoli si merita la tua arte e il tuo talento. Finalmente abbiamo nuovamente il privilegio di veder qualcuno che gioca a pallone come se fosse stato “baciato dal Signore”. Forse non è un caso che tu sia approdato proprio a Napoli, dove ha giocato il più grande di tutti. Ora abbiamo imparato anche a pronunciare il tuo nome e sotto qualche coccarda azzurra che annuncia una nuova nascita, si legge a chiare lettere “benvenuto Khvicha”. Negli anni ottanta e novanta i bimbi si chiamavano Diego ed ora si chiamano come te: ragazzo Georgiano nel tempio di D10S.

E poi…

E poi….Parafrasando una nota canzone, “in un giorno di Gennaio mi svegliai” cominciavano a girare voci di un tuo addio imminente ed era tutto vero! Dopo giorni frenetici e di incredulità da parte del popolo partenopeo sei andato via. L’ultima pagina è stata brutta, come succede spesso nelle storie d’amore quelle belle e struggenti, quelle che ti levano il fiato. Il mio ragazzo (così lo chiamavo affettuosamente) da oggi veste altri colori! Così è la vita e così è il calcio, soprattutto quello moderno che non ti lascia neanche il tempo di affezionarti ad un calciatore che dopo pochi mesi è già il passato.

Quando “un amore” finisce non è mai colpa solo di uno e sicuramente gli errori sono stati commessi da ambo le parti. Il Napoli del post scudetto ha peccato di ingenuità ed ha dimostrato poca attitudine a gestire la vittoria commettendo diversi errori tra cui quello di non aver rinnovato subito l’accordo con il suo calciatore più forte. Però, ha cercato di rimediare. Da oltre sei mesi, a Kvara e ai suoi agenti è stato proposto un contratto degno del suo talento: 6.5 milioni più bonus, ricchissime commissioni alla firma, clausola da 75 milioni per il suo eventuale futuro addio. Non dimenticando la centralità in un progetto con Antonio Conte (il top di gamma degli allenatori) a guidare la compagine azzurra. C’erano, insomma, le condizioni per proseguire insieme, serenamente, almeno un altro anno. Magari con un’altra stagione indimenticabile, per poi salutarsi con tempi e modi diversi. Khvicha ha preferito invece mutilarlo, questo finale. Ha spinto (o meglio, lo ha fatto chi lo rappresenta) per andar via senza salutare e alla fine ci è riuscito a gennaio, con mezzo campionato ancora da giocare, lasciando la squadra e la città senza le sue magie nel peggior momento possibile.

Probabilmente il Napoli potrà fare a meno di lui e lui potrà fare a meno di Napoli, almeno per un po’. Poi, magari, capirà che la squadra che l’ha reso grande e che lo ha fatto conoscere al grande pubblico meritava un trattamento ed un addio diversi. Lo farà quando la città e i tifosi lo avranno già perdonato. Ma forse già lo hanno fatto. Magico, meraviglioso e troppo importante lo scorcio di vita condiviso per lasciare spazio al rancore…

Il primo gol al Verona e quell’esultanza iconica, la prima rete nella tua nuova “casa” contro il Monza. La notte magica del 5 a 1 all’eterna rivale Juventus. I gol senza senso al Sassuolo e all’Atalanta. Il gemellaggio con i Georgiani che popolavano il DAM ogni domenica e la luce che accendevi ogni volta che ti involavi sulla fascia sinistra…

Rimembranze che un finale discutibile non potrà cancellare. E allora oggi, invece di puntare il dito contro lui o contro il club e dare la caccia ad un inesistente colpevole noi tifosi dovremmo solo celebrarli e ringraziarli. La magia del primo scudetto senza il Dio del calcio è iniziata quando arrivò da un paese lontano un calciatore che non conosceva nessuno. Senza troppi giri di parole sarà solo quello che ricorderemo tra qualche anno.

Buona fortuna, ragazzo mio, illumina Parigi come la Tour Eiffel. Noi dal canto nostro continueremo a brillare seppur orfani del tuo talento perché il Napoli viene prima di tutto anche di te.

 

a cura di Virginia Trapani

 

Leggi anche

Ceravolo: “Il Napoli potrebbe restare fermo sul mercato se non arrivasse un obiettivo di Conte”

 

 

 

Per restare sempre aggiornato sul Napoli, leggi www.ilsognonelcuore.com oppure collegati a Instagram o Facebook.