Ai microfoni di “Il Sogno nel Cuore” è intervenuto per un’intervista esclusiva Cristian Bucchi, allenatore ed ex calciatore dalla ricca carriera, in cui ha vestito anche la maglia del Napoli. Intervistato dal nostro Vittorio Castiello, l’ex attaccante ha esposto il suo pensiero relativamente ad alcuni temi concernenti la Serie A, di seguito riportati.
Cristian Bucchi: “Osimhen sposta gli equilibri, tattici e non solo”
Pronti, via alla nuova stagione: tra Serie A e B torna a rotolare il pallone. Quale sarà secondo te la grande sorpresa e la delusione di stagione?
“Per quanto riguarda la sorpresa di stagione, credo che possa essere una squadra come il Parma. Un organico che arriva dalla Serie B e che ci si aspetta sia tra le candidate per retrocedere, ma ha mantenuto dei valori importanti. Ha dei giocatori di grandissima velocità, gamba tecnica, penso a Man, Mihăilă, Bonny. Credo che in Serie A possa far benissimo, può fare un calcio dinamico e aggressivo e puntare sulle ripartenze, non essendo una squadra obbligata a vincere a tutti i costi. Spero non ci siano delusioni e che tutte possano confermarsi, c’è sicuramente grande curiosità intorno al Napoli che purtroppo non è partito nel migliore dei modi, spero che possa riprendersi”.
Il mercato vive i suoi ultimi istanti, diverse nodi però attendono risoluzione. Uno di questi è certamente Victor Osimhen. Quanto ha inciso sulle strategie del Napoli lo stallo legato alla situazione del nigeriano?
“Il discorso Osimhen è molto complesso, è un calciatore che pesa tantissimo. Dal punto di vista tattico pesa perché una squadra con e senza di lui è completamente diversa. Non è un giocatore comune ma è uno che sposta gli equilibri, come ha fatto nell’anno dello scudetto e farebbe anche quest’anno. Osimhen sposta gli equilibri anche economici perché venderlo, specie alle cifre che sperava di incassare De Laurentiis, significherebbe incassare sui 130 milioni di euro e alleggerirsi di un contratto da 11 milioni netti, parliamo di 20/22 milioni lordi che per i quattro anni residui sono 80 milioni di euro. Un’operazione che garantirebbe al Napoli sui 200 milioni d’attivo, pertanto un’operazione da trattare con le molle che però sta condizionando tanto il Napoli (economicamente e tecnicamente) perché Conte non ha un attaccante di riferimento per il suo campionato”.
Ancora Napoli: Aurelio De Laurentiis-Conte, ti sorprende che ci sia unità di intenti o pensi che gli azzurri siano destinati ad un “matrimonio burrascoso”?
“Penso che siano due grandi personalità, non intendo soltanto “forti” ma intendo che siano in grado di capire i momenti. Le vicissitudini recenti del Napoli probabilmente hanno fatto comprendere alcune cose a De Laurentiis. Lo reputo un grandissimo imprenditore e una persona molto intelligente, da qualche errore che ha commesso in passato trarrà delle soluzioni per il futuro. Credo che con Conte possa costruire un rapporto forte, non solo professionalmente ma anche umanamente”.
Il Bologna fa parte del tuo passato, una parentesi molto breve ma certamente significativa. I rossoblu vivono il sogno Champions, ma l’effetto domino porta via i pezzi da novanta. Quali prospettive per la squadra di Italiano?
“Il Bologna ha fatto qualcosa di clamoroso nello scorso campionato, è stata una stagione magica, meravigliosa. Credo che si debba partire da una stagione così per costruire il futuro, non significa necessariamente ripetersi perché è difficilissimo quanto fatto dalla società emiliana nello scorso anno, ma sapere di aver fatto un passetto in avanti in termini di struttura, di ambizioni e programmazione futura. Il Bologna deve sapere che questo può essere un campionato difficile, all’interno del quale ci possono essere sconfitte e momenti complicati o battute d’arresto in Champions League. Tutto questo deve essere vissuto con grande umiltà, capendo che la stagione scorsa è stata una sorta di “anomalia” nella storia recente e che, se si vuole farla diventare una consuetudine come è successo ad esempio all’Atalanta, ci vuole passione, condivisione e investimenti. Credo che questo il Bologna possa farlo”.
Uno dei tuoi ex compagni ha condiviso con te anche esperienze in panchina. Sto parlando di Roberto De Zerbi e della staffetta, se così possiamo chiamarla, tra Sassuolo e Benevento. Che rapporto avete mantenuto nel tempo?
“Roberto ed io siamo molto amici e il rapporto è rimasto tale anche quando la nostra parentesi da compagni di squadra si è conclusa. Oggi ci sentiamo spesso e sono andato spesso a trovarlo, anche a Brighton. Quando lui è in Italia ci vediamo spesso. Spero di poterlo andare a trovare anche a Marsiglia, mi piace molto come lavora e penso che questa piazza sia incredibile e che lo rispecchi molto sotto tanti punti di vista. Ci siamo alternati nelle nostre panchine tra Sassuolo e Benevento, è stato molto bello poterci sfidare. Roberto è un compagno di squadra, un amico, un allenatore che stimo moltissimo ed a cui sono molto legato. Non posso che augurargli il meglio, sperando possa rientrare in Italia un giorno e giocarsi in patria qualcosa di importante”.