A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Stefano Caira, ex direttore sportivo della Roma ed ex procuratore di Francesco Totti. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Osimhen, Caira: “Il Napoli doveva vendere il nigeriano già lo scorso anno..”
Pisilli e Nardin, giovani prodigi, potrebbero seguire le orme di Verratti e Casadei andando all’estero. Perché?
“Sono tanti i fattori, in primis il mondo dei grandi li vede sempre piccoli. Destinandoli a prove su prove quando invece all’estero la strada è più spianata. Anche Pafundi, che è un fenomeno, non riusciamo a vederlo giocare tra i grandi. Dobbiamo fare delle grosse riflessioni, specie in questi giorni in cui ci confrontiamo con altre realtà europee. Sembra che, arrivati ai diciotto anni. Questi ragazzi si trovino di fronte ad un cratere difficile da superare. Totti, ad esempio, a sedici anni era già nel giro della prima squadra. Cos’è cambiato? L’apertura all’estero ha cambiato molto per i nostri giovani, ad esempio mi risulta che Nardin interessi a club esteri, com’è stato prima per Verratti e Casadei. Non è questione di cecità, ma di sensibilità e competenza nei confronti delle qualità e del tempo da dedicare a questi ragazzi. Il nostro calcio non ha tempi d’attesa, solo qui un allenatore che vince il campionato viene esonerato dopo tre sconfitte, per cui non può dare spazio ai giovanissimi”.
Ranieri ha dedicato la sua carriera ai giovani…
“Lui è uno dei pochissimi istruttori di calcio in Italia. Riesce a gestire, pertanto, i ragazzi, e la sua forza nei confronti delle società gli ha dato tempo, sovvertendo lo stile italiano che prevede lo sfascio totale dopo tre partite storte. Se Klopp avesse allenato in Italia sarebbe stato esonerato, mentre in Inghilterra ha fatto la storia tirando fuori anche dei giovani interessanti”
Calafiori si sta prendendo la propria rivincita?
“Unico che potrebbe giocare nella Spagna ed in nazionali ancora più forti, perché è bravissimo ed è mancino, merce davvero rara. Anche lui, per un autogol, è stato messo sotto processo, per ritornare al discorso precedente sulla velocità con cui si giudica nel calcio italiano”
Come giudica le situazioni Osimhen e Kvaratskhelia?
“Su Osimhen dico che bisognava vendere quando hanno offerto oltre cento milioni al Napoli, l’anno scorso. In un anno non ha avuto grandi prestazioni, deprezzandosi di almeno quaranta milioni. Oggi, se lo vendi a settanta milioni, è già tanto. Situazione simile a quella di Belotti a Torino. Su Kvara non conosco bene i particolari della storia, ma posso dire che, in questo momento, c’è un po’ di confusione da parte di chi lo gestisce, procuratore e padre. Il papà, da ciò che ho capito, è uno di quei padri pericolosi che girano nel calcio, tipo quello di Samardzic. Situazioni che si ripresentano ciclicamente nel mondo del pallone”.