Per la prima volta in stagione posso dirlo: Aurelio De Laurentiis ha fatto la mossa giusta. Entro al cinema per vedere “Sarò con te” e ne resto piacevolmente colpito. Il film funziona sotto ogni punto di vista e stabilisce un delicato equilibrio tra squadra e città, pronte ad esplodere insieme nel momento clou. Un’ottima produzione targata Filmauro che, a dispetto delle critiche affrettate, ha saputo raccontare la cavalcata 2022/23 culminata con la conquista dello scudetto. La pellicola mi ha convinto sotto diversi punti di vista, che vad0 brevemente ad elencare di seguito.
“Sarò con te” non è caricatura partenopea, è il racconto di Luciano e dei suoi ragazzi
Il primo aspetto che mi ha colpito sta proprio nei primi minuti di “Sarò con te”. Al centro vengono immediatamente messi Luciano Spalletti e lo stesso Aurelio De Laurentiis. Il presidente, da sempre noto per le sue uscite sopra le righe e la sua teatralità, fa emergere in ogni sua parola la caratura dell’allenatore scelto tra mille contestazioni. Questo a parer mio è il principale punto di forza dell’intero film: accendere i riflettori su un uomo che ha dedicato anima e corpo alla causa azzurra. Non a caso, i momenti immortalati negli spogliatoi, si concentrano sullo Spalletti comunicatore. Un tecnico a 360° in grado di andare oltre la figura di motivatore e di stabilire un rapporto in grado di legare tutti nello stesso cerchio.
Proprio quel cerchio che Giovanni Di Lorenzo e compagni formano ripetendosi “Noi siamo il Napoli“. Una parola che si ripete quasi in loop nei pre-partita del gruppo azzurro. Napoli, Napoli, Forza Napoli. Non è autoconvincimento becero questo, è l’ingrediente più semplice (quanto sottovalutato) per poter parlare di gruppo squadra. Altro aspetto sul quale voglio soffermarmi riguarda la parentesi Champions League. Ho letto diversi pareri in merito e più di qualcuno sostiene che sia stata data troppa importanza al trittico di sfide con il Milan. Ma non è quello forse il momento in cui, stando alle parole di Cristiano Giuntoli, ci si è sentiti più umani/vulnerabili?
Dunque arrivo a chiedermi quanto sia stato importante l’apporto dell’ormai ex d.s.? Non parlo solo dell’ovvio operato in sede di mercato, ma del suo essere punto di riferimento all’interno di quel grande progetto. Un direttore perfettamente consapevole delle dinamiche di campo e mai intrusivo rispetto al lavoro di mister Spalletti. Insomma questo film è perfettamente riuscito perché è semplice. Perché fa parlare gli uomini giusti al momento giusto, sottolinea quanto lo scudetto sia stato voluto, ricercato e conquistato. Non è un inutile piagnisteo nel quale affogare le lacrime di gioie ormai passate. Parliamo di un prodotto valido che sarà rivisto più e più volte, perché ha saputo dare merito al lavoro senza dissolvere la trama nei festeggiamenti della città.