Finisce 2-2 tra Napoli e Frosinone: azzurri masochisti sbattono su Cheddira. Il Maradona è ancora un tabù.
PRIMO TEMPO:
Il lunch match della 32ª giornata parte in un clima un po’ irreale nel pur sempre ardito e rumoroso Diego Maradona, con le curve quanto mai in protesta ed in silenzio. E nella guerra fredda tra la zona calda dello stadio -che emblematicamente con uno striscione chiee ai propri beniamini maggiore impegno-inizia Napoli-Frosinone.
Cambia il modulo di partenza dei ciociari, con il 3-4-2-1 che in maniera ordinata approcciano alla gara. Mentre l’abito tattico degli uomini di Calzona è il solito 4-3-3. Parte forte il Napoli con la grande occasione al 10’ di Osimhen che si fa ipnotizzare da Turati, che con i guantoni nega il gol del vantaggio azzurro. Ma al minuto 17’ la sblocca Politano (al secondo gol consecutivo) che ci prende gusto da fuori area con un tiro a giro affilato ed imparabile. Ottavo centro in campionato e terzo marcatore del Napoli in campionato dopo Kvara ed Osimhen. Dopo il vantaggio iniziano a cantare pure le curve come un orologio svizzero. Si apre una prateria per Osimhen, che solo contro Turati spreca di nuovo. Al 27’ si iscrive ufficialmente al match anche la squadra di Di Francesco, che con una imbucata meravigliosa di Soule per Cheddira costringe Rrahmani al fallo da rigore. L’argentino -proprio nello stadio di Maradona- viene neutralizzato da Meret che blocca il tiro “telefonato” dagli 11 metri e glissa l’1-0. Secondo rigore in campionato parato dal portiere friulano dopo quello Pessina in Napoli-Monza. Due minuti dopo, viene ammonito Rrahmani, che diffidato, salterà la prossima gara di campionato contro l’Empoli. Finisce il primo tempo con il Frosinone che insiste e forse per l’impegno mostrato, avrebbe meritato anche il pareggio.
SECONDO TEMPO:
Parte la ripresa ed i partenopei hanno subito due occasioni per il raddoppio. Ma le sprecano e il Frosinone inevitabilmente ne approfitta: con Cheddira che al 50’ dopo una sciagurata uscita difensiva di Meret raccoglie l’assist del portiere avversario e fa 1-1. Il Napoli non ci sta e torna subito in avanti: dagli sviluppi dagli sviluppi di un corner, Osimhen con rapacità sigla il 2-1. Dopo un altro errore, stavolta di Valeri, lento a risalire dalla trappola del fuori gioco. Il nigeriano fa 13 in campionato e finalmente batte Turati in quello che poteva sembrare un duello maledetto. Non sono terminate però le emozioni: il Napoli si rilassa e Cheddira sigla di testa il 2-2 sull’assist di Zortea, battendo un incolpevole Meret.
Gli uomini di Calzona a testa bassa ci riprovano, ma nella baraonda dei minuti di recupero creano poco ed in contropiede subiscono persino l’espulsione di Mario Rui: a sancire un match che termina -per quanto visto- giustamente in pareggio. Suona ancora il campanello dall’allarme del Napoli. Una squadra masochista che continua ancora a subire due gol a partita e a pagare dazio per le tante occasioni non concretizzate nel primo tempo e reagendo sterilmente al secondo pareggio dei ciociari. Il Frosinone si conferma bestia nera ed il Maradona ancora un tabù: nonostante i partenopei non siano ancora condannati dalla matematica con gli scontri diretti in casa -contro Roma e Bologna- ancora da giocare, c’è una stagione da salvare. Ma non solo: anche la faccia, in quest’annata da dimenticare.
Antonio Treviglio
Antonino Treviglio