Vincenzo Italiano, qualche riflessione ed una narrazione a volte (fin troppo) tossica nei confronti dell’allenatore della Fiorentina

Italiano

Il futuro di Vincenzo Italiano sulla panchina della Fiorentina è abbastanza chiaro. Il tecnico di Karlsruhe che sembrava potesse lasciare alla conclusione della passata stagione, lo farà al termine di quella attuale con ancora la possibilità di poter chiudere il triennio con un trofeo. La sua è una scalata che passa per la vittoria con l’Arzignano in D, il Trapani in C,  lo Spezia in B con la conseguente promozione e salvezza nell’anno successivo in Serie A. Nel triennio viola ha raggiunto due volte la qualificazione in Conference League, portandola a giocare due finali nella passata stagione tra Coppa Italia e la stessa Conference (una finale europea che mancava da 33 anni) pur senza vincerle e quest’anno può ancora raggiungere l’Europa attraverso il campionato oltre ad essere in gioco nuovamente per le rispettive competizioni.

Vincenzo Italiano, qualche riflessione ed una narrazione a volte (fin troppo) tossica nei confronti dell’allenatore della Fiorentina

La sua squadra gioca un calcio molto propositivo fatto di pressing ed intensità, talvolta è lo stesso motivo per le critiche ricevute sulla mancata finalizzazione di occasioni create, sulla fase difensiva, dove il gol subito in finale contro il West Ham è ancora oggetto di discussione, la gestione di turnover e cambi. Ad ogni modo tanti aspetti dovrebbero essere contestualizzati come aver dei buoni giocatori a disposizione ma non di livello assoluto sia nel reparto arretrato che in fase di finalizzazione.

L’allenatore può portare e inculcare una certa filosofia di gioco ma in diverse occasioni ci sono anche le scelte e la qualità dei calciatori che possono fare la differenza. Un esempio più recente quello contro il Milan nell’ultimo di campionato. Difesa alta a centrocampo ma l’errore grossolano nasce dalla scelta individuale di Milenkovic di andare a prenderlo di spalle sull’esterno, lasciandogli una prateria per vie centrali.

Vincenzo Italiano, qualche riflessione ed una narrazione a volte (fin troppo) tossica nei confronti dell’allenatore della Fiorentina

Per la fase offensiva potremmo trovare uno spunto nella sfida di Coppa Italia contro l’Atalanta. L’1-0 nasce da un gol meraviglioso dalla distanza di Mandragora, ma oltre ad uno strepitoso Carnesecchi se in alcune occasioni il pallone non viene spinto in rete e dunque apre la possibilità di una rimonta al ritorno, la colpa può essere solo ed esclusivamente di Italiano? Il punto è proprio questo, stare lì a cercare l’errore di Italiano a tutti costi, in ogni situazione, restituisce una narrazione a volte fin troppo tossica attorno all’allenatore della Fiorentina e non è per niente rispettoso soprattutto esaltare e buttar giù quanto creato a seconda dei risultati.

Perché in fin dei conti sono proprio quelle idee che hanno portato la Fiorentina ad aumentare il livello rispetto alle annate precedenti. Poi l’esperienza, un possibile salto di qualità con una rosa di uno step superiore potrebbero portare anche a smussare alcune caratteristiche e limare quelle che possono essere le cose da migliorare. L’esempio più lampante è quello di Inzaghi: si è passati dalle critiche feroci sui cambi, al volere l’esonero ad una finale di Champions ed uno Scudetto che si avvicina sempre di più per l’Inter.

Spalletti e le parole di apprezzamento su Italiano

Oltre a Firenze un’altra piazza dove si sente parlare molto di Italiano è inevitabilmente Napoli. Elogi pubblici di De Laurentiis dopo una sconfitta del suo Napoli contro lo Spezia, alle voci del post Spalletti a quelle per la prossima stagione. Proprio lo stesso Luciano lo aveva indicato come uno di quelli che sarebbe potuto essere il suo successore: “Italiano poteva essere un profilo giusto per il Napoli perché ha la voglia con la sua squadra di fare la gara. Ti viene sul muso ed è un atteggiamento che mi piace. Lo si è visto con le due finali che seppur perse significa che hai dato comunque tutto. La finale viene determinata dagli episodi, ma esserci arrivato significa che ha lavorato bene”.

Italiano, anche a Napoli se ne parla molto

Nella situazione del Napoli oggettivamente il nome di Conte non è soltanto un sentimento popolare ma una sorta di speranza e garanzia per provare a tornare competitivi nell’immediato. Allo stesso tempo, però, prenderlo soltanto non sarebbe la soluzione. Di pari passo dovrebbe esserci la volontà da parte di De Laurentiis di assecondare le richieste e fare un mercato magari anche diverso dal solito. In caso contrario, andare incontro ad una rottura per mancanza di condivisione di idee sarebbe come ritrovarsi in una situazione peggiore di quella di quest’anno ed ulteriore tempo sprecato.

In generale l’errore più grande è la gestione del post Scudetto e non lo sarebbe di certo l’arrivo di Italiano. L’ex Spezia potrebbe necessitare di un certo percorso ma che faccia ritrovare al Napoli un’idea di gioco in cui riconoscersi ed ottenere anche qualcosa in più del valore reale, aspetto che ha fatto la differenza nelle stagioni positive. A proposito di fase difensiva e di qualità dei difensori, anche con Italiano, il Napoli dovrà garantire un mercato di buon livello e non seconde e terze scelte come l’anno scorso, perché con il roster di difensori avuti quest’anno, potrebbe essere difficile per chiunque.

Davide D’Alessio

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