Il Napoli pareggia con il Torino e non approfitta della grande occasione offerta dal calendario. Una stagione che si conferma disgraziata.
Napoli, col Torino perdi un ultimo treno che, forse, era già andato
Uno, due passi in avanti, e sette indietro. Il Napoli fa e disfa nella sfida del Maradona contro il Torino, e tutto ciò che appartiene ad una stagione maledetta. Il Napoli fa e disfa sé stesso, in una spirale che ripiega continuamente al punto di partenza. Un vortice logorante che, forse, potrà abbandonare le pendici del Vesuvio soltanto quando finirà lo straziante percorso in discesa cominciato nove mesi fa. I passi indietro sono sette, non uno di meno. Perché questa era una settimana cruciale per gli azzurri. Il calendario poneva il Napoli nelle condizioni di aggrapparsi ancora a flebili speranze, ma più concrete nella fredda matematica. La ventottesima giornata era la giornata perfetta: Bologna-Inter, Juventus-Atalanta e Fiorentina-Roma. Un successo contro il Torino avrebbe consentito ai partenopei di accorciare contro qualsiasi rivale, qualsiasi fosse stato il risultato degli scontri diretti.
Ma si sa, questa non è la stagione per chi ama concedersi alle ambizioni. Soprattutto, non lo è per chi ama la speranza, quand’anche flebile. Il Napoli fa un passo indietro, contro il Torino, dopo gli incoraggianti successi contro Sassuolo e Juventus. Resta a sette punti dal Bologna, e dal quarto posto. E allora quei passi indietro divengono sette.
Napoli, col Torino perdi un ultimo treno che, forse, era già andato
Sia chiaro, il Napoli visto contro il Torino non è la squadra deludente – a tratti snervante – delle ultime settimane. I passi in avanti sono concreti (e consentirete anche tardivi). La squadra di Calzona non è la grigia rappresentazione di un Napoli che fu, ma un tentativo concreto, e in costruzione, di riproporre qualcosa di più simile al recente passato. Manovra, qualità, movimenti: gli ingredienti della soddisfazione non mancano. Si rivede gioco, dunque, e basterebbe anche questo. Anche contro un Torino che sa incarnare ottimamente lo spirito (e i principi di gioco) del suo allenatore, il Napoli ha saputo confermare di essere sulla strada della ripresa.
È vero che i granata hanno la notevole qualità di indurre le proprie avversarie a giocare male. Le difficoltà nel calciare in porta, per gli azzurri, ne sono state una conferma. Eppure, l’acqua nel deserto, anche questa volta, l’aveva scoperta lui, il fenomeno con la settantasette. Quel signor nessuno dell’estate 2023 che oggi, invece, è l’unico vero riconoscibile in maglia azzurra. Ancora quel dualismo prolifico con Rui, ancora Kvara a trascinare un collettivo intero, e il risultato era stato sbloccato.
Euforia, adrenalina, fiducia, ma bastano due giri di lancette per piombare ancora nello sconforto durato anche troppo. Dopo aver fatto, il Napoli disfa. Due minuti dopo, carambole e ressa alzano la palla della giusta altezza, nell’area del Napoli. Il resto è soltanto l’usuale copione di questa annata. Sanabria è solo (e quando mai), la rovesciata della vita riesce proprio al Maradona, e Meret conferma la grande elasticità… delle falangi.
A nulla servirà l’assalto della disperazione di chi insegue il senso di una stagione, anche se questa stagione un senso non ce l’ha. Vasco ci perdonerà, ma è una citazione quanto mai azzeccata. Il Torino porta a casa il pareggio del Maradona, il Napoli un altro nulla. Alla vigilia di un turno che avrebbe permesso agli azzurri di tuffarsi con nuovo vigore nella passione delle ultime dieci giornate, il Napoli si ritrova sulla banchina nebbiosa degli incompiuti, ed anche questo treno è andato. Anche se, forse, quel treno era già andato da tempo.
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Gennaro Albolino