Arriva l’ottava sconfitta in campionato per gli azzurri. Tanti i problemi in attacco: non si riesce più a creare azioni limpide con continuità.
Ecco i 5 momenti del match tra Milan e Napoli.
DA 3-5-1-1 A 4-3-3
Mazzarri sceglie la difesa a 3 ad inizio gara. Poi sul finale, preferisce tornare al 4-3-3, modulo sul quale è stata costruita questa squadra. La differenza sta soprattutto nella fase di non possesso. Ma gli azzurri sembrano giocare meglio con il primo modulo.
CHE GRAVE DISATTENZIONE
Il goal del Milan arriva forse nel momento migliore degli azzurri: disattenzione grave della difesa azzurra. Tanta superficialità nel posizionamento della line difensiva. Sbagliano tutti il movimento concedendo a Leao lo spazio per trovare Theo Hernandez, che ha una prateria per trovarsi a “tu per tu” con Gollini.
DATE SPAZIO A LINDSTROM
Il caro Jesper subentra ancora una volta molto bene dopo la partita contro l’Hellas Verona. Tanto movimento sulla fascia e al centro del campo: cerca il pallone a tutti i costi, prova a spingere la squadra in avanti. Dal nulla si inventa un tiro cross intercettato da Simic che per poco non realizza l’autogol. La palla colpisce il palo!
STRISCIONI VERGOGNOSI
La curva milanista non è nuova all’ipocrisia. Tanto vicini ai loro calciatori vittime di razzismo in altri stadi, come successo a Maignan ad Udine (esprimo ancora la massima solidarietà al portiere francese per le assurde frasi che gli furono rivolte). Ma i suoi tifosi (specie gli ultras) l’hanno difeso solo perché difende i colori che amano. Perché se fosse stato di un’altra squadra avrebbero girato le spalle. E la dimostrazione sta nella sfilata di striscioni avvenuta ieri sugli spalti rivolti ai tifosi partenopei. Da “Come è andato il viaggio stasera? Coda in frontiera” firmato dal gruppo “vecchia maniera”, passando a “E ricorda: il napoletano perde il dito ma non il vizio…” firmato dalla Curva Sud. Per finire con “Milan – Napoli: no alla tessera, sì al passaporto”. Tutto coronato da numerosi cori discriminatori. Non siamo nuovi a questo tipo di situazione, ma denunciarla ogni volta è importante affinché non diventi la normalità, la quotidianità. Non abbiate paura di essere etichettati come persone che vivono di “vittimismo”.
IL DATO PREOCCUPANTE
Con una “batteria” di attaccanti non indifferente, gli azzurri fanno fatica a segnare ma anche a tirare in porta! Il Napoli, in Serie A, non segna fuori casa dal 25 novembre, quando a far gioire gli azzurri fu Elmas. Nelle ultime 5 trasferte (Juventus, Roma, Torino, Lazio e Milan) gli azzurri hanno tirato in porta appena otto volte, ciò vuol dire un tiro ogni 56 minuti.
A cura di Antonio Magliocca
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Antonio Magliocca