La Serie A è un campionato senza infamia e senza lode. Non lo dice solo lo scandalo calcioscommesse né la diatriba sui diritti tv, ma il rendimento di diverse squadre che da anni sopravvivono passivamente nel nostro campionato. La gestione societaria è ricca di sfaccettature che non sono soltanto di stampo tecnico-sportivo, lo sa bene Aurelio De Laurentiis (tanto per citare un esempio). In questi primi giorni di novembre la classifica ci dice già qualcosa di molto interessante: il livello è pericolosamente mediocre, basta politica e demagogia, servono progetti concreti.
Serie A, viaggio nelle profondità della classifica. Esistono davvero le squadre cuscinetto?
Lo scorso anno il Napoli ha dominato il campionato di Serie A, diventando padrone assoluto del proprio destino. Quest’anno gli azzurri stanno affrontando difficoltà derivanti dai cambiamenti estivi, la vetta dista 7 punti e il gruppetto di testa non regala sorprese. Milanesi, Juventus e Atalanta tengono compagnia agli azzurri. Molto interessante la posizione del Bologna, ottavo posto condito da prestazioni più che convincenti. Thiago Motta ha attirato su di sé più di qualche riflettore e sembra destinato alla panchina di una big, adesso però l’obiettivo è continuare a puntare sul talento di Zirkzee e compagni.
Dal tredicesimo posto in giù inizia il vero dramma. Escludendo il Frosinone neopromosso (protagonista di un ottimo avvio fin qui), la situazione è precaria per diverse presenze storiche della Serie A. Il Torino su tutte: i granata sono un patrimonio storico per il nostro campionato. Il Grande Toro, Pulici, Graziani e la coppia d’oro Cerci-Immobile…una storia fatta di lotta e grandi emozioni, mortificata ora da una classifica mediocre e dall’assenza di una strategia delineata. L’impressione è che stavolta non si risolverà tutto facendo saltare l’ennesima panchina.

Udinese ed Empoli non se la passano meglio. I friulani hanno tentato la corsa al riparo riportando Gabriele Cioffi alla guida della squadra, servirà tempo ma il futuro non è poi così roseo. Il prossimo impegno contro il Milan sembra già una sentenza per i bianconeri, il calcio però sa essere stranamente sorprendente. Capitolo Empoli: fuori Paolo Zanetti, dentro Aurelio Andreazzoli, ancora una volta. Squadra che non offende e non difende quella del presidente Corsi, i gol di Caputo sono sempre preziosi ma non saranno sempre i soliti protagonisti a salvare la stagione. Serve qualcosa in più, prima che sia troppo tardi.
Quale immagine sarebbe più adatta per parlare della Salernitana se non quella di Paulo Sousa? Il club campano è il fanalino di coda attualmente, salutare la Serie A è la preoccupazione maggiore che serpeggia nell’atmosfera dell’Arechi. Centrare il tris sarebbe una dimostrazione di solidità importante, un mercato ben gestito nella prossima sessione aiuterebbe il buon Pippo Inzaghi. Insomma squadre cuscinetto non sembrano essercene in questa stagione, tutte giocano sul filo del rasoio lì dietro e il baratro della B spaventa tutti. Parlare di retrocessione già a novembre però, è molto triste oltre che destabilizzante. Un campionato combattutto attirerebbe molto più interesse, questo è il suggerimento.
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