Il genere umano è storicamente propenso alla divisione piuttosto che all’unione. Nella mia vita ho notato che tendo, nella maggior parte dei casi, a schierarmi con i più deboli. Tra Indiani e cowboy ho sempre scelto gli Indiani. Trasferendo questo ragionamento allo sport devo riconoscere che il mondo del calcio non fa eccezione e all’interno di alcune tifoserie questa scissione è più evidente che in altre e anche in questo caso mi appassiono a chi non gode del consenso dei molti…
Dopo le note vicende che portarono il Napoli al fallimento nell’estate del 2004, in città si respirava un clima funesto. Ma la mia città ha nove vite come i gatti e ogni volta che cade si rialza. Per comprendere a fondo Napoli bisogna viverci, annullarsi completamente al suo folklore. Solo in questo modo puoi assaporarla appieno e capire quanto Napoli ed i napoletani siano persone con un cuore enorme e con il sorriso sulle labbra nonostante le difficoltà… Dopo una serie di proclami da parte di alcuni imprenditori Italici che volevano risollevare le sorti del club partenopeo (Gaucci tra gli altri), in questo caos , si fa avanti fortemente ed in maniera perentoria un altro personaggio fino a quel momento estraneo al mondo del calcio: il presidente della Filmauro Aurelio De Laurentiis.
Figlio di Luigi e nipote di Dino De Laurentiis, magnifici produttori di film che ci hanno fatto sognare per generazioni. Nasce a Roma Il 24 maggio del 1949 ma la sua famiglia di origine ha sangue napoletano nelle vene. Il 31 agosto, al termine di due settimane concitate, De Laurentiis parte all’alba da Capri e raggiunge Napoli in motoscafo presentando un’offerta da 31 milioni di euro, molto più di quanto proposto dagli altri candidati. I tifosi appoggiano però Gaucci e la cosa mi fa molto sorridere perché già in tempi non sospetti, si palesava per il nostro Aurelio, permettetemi questo eccesso di confidenza, una lotta intestina che lo accompagna ancora oggi. Comunque sia dopo un paio di giorni, nel settembre del 2004, De Laurentiis diventa ufficialmente il nuovo presidente del Napoli che essendo costretto a cambiar nome post fallimento sarà nominato “Napoli Soccer”.
Personaggio divisivo il nuovo patron azzurro, uomo carismatico e senza peli sulla lingua smuove le coscienze e spesso attira su di sé le critiche. Nulla di inconsueto se a criticarlo fossero i tifosi di altre squadre ma, udite udite: i critici più feroci sono proprio i tifosi del Napoli…Dopo due anni in C, categoria alla quale la società è costretta a iscriversi dopo il fallimento, il Napoli soccer viene promosso in B. Nella stagione 2006/07 si ritorna alla vecchia e tanto amata denominazione SSC Napoli. Il legame con il club fondato il 1° Agosto 1926 ora è evidente. L’obiettivo dichiarato è la Serie A. Il 10 giugno 2007 il Napoli centra l’obiettivo. Una promozione esaltante, mai messa in discussione, accompagnata da un entusiasmo come non si vedeva dai tempi di Maradona. Gli “eroi” di Genova sono accolti in città da trionfatori. Ha inizio il Rinascimento Napoletano!
Dal ritorno in serie A il nostro presidente ci ha “viziati” portando all’ombra del Vesuvio grandi campioni e ottimi allenatori. Si apre un’era che porta i Partenopei in una dimensione Internazionale. Nonostante l’arrivo a Napoli dei Cavani e gli Higuain, passando per gli Ancelotti e i Benitez; non riesco a spiegarmi perché parte della tifoseria veda in De Laurentiis un “nemico” da combattere. Sicuramente parliamo di un uomo forte, sicuro di sé che a volte esprime in maniera dura e colorita le proprie idee ma a mio modesto parere quelle idee sono quasi sempre vincenti e onestamente discuterne l’esposizione e non i contenuti è avvilente. Sinceramente che Don Aurelio preferisca la pizza romana a quella napoletana, per dirne una, a me poco importa. Forse disturba che sia nato a Roma, chissà, ma ricorderei ai più che l’ingegner Ferlaino era di origine calabrese e si “vocifera” che prima di acquistare il Napoli fosse tifoso dell’Inter.
Quello che conta è che con lui alla presidenza il Napoli conquisti da 15 anni un posto in Europa e che al netto di qualche periodo opaco, da quando siamo nelle sue mani vediamo un calcio meraviglioso…Ti hanno dato nomignoli ignobili e augurato la qualunque semplicemente perché non comprendono la tua “visione”. L’ultima in ordine cronologico l’hai espressa sui diritti tv ma come sempre parte della piazza ti ha criticato e di contro i tifosi delle altre squadre ti hanno osannato dicendo che ce ne vorrebbero altri dieci di presidenti come te. Diciamola tutta, non siamo pronti all’avanguardia delle tue idee! C’è anche un forte equivoco, per molti chi ti sostiene tiene più a te che alla maglia ma la maglia va onorata, portata con orgoglio e fierezza ed il primo ad “indossarla” in questo Napoli sei proprio tu.
Ovviamente commetti anche qualche errore, ci mancherebbe, però riesci sempre a porvi rimedio e, come il popolo napoletano, se cadi ti rialzi. Spesso mi interrogo sul come porre fine a questa “lotta intestina” e vorrei trovare una soluzione per unire questa tifoseria già tartassata dagli “attacchi” del resto d’Italia. Mi domando perché alcuni nutrano questo “odio” atavico nei confronti di un uomo che in 19 anni ci ha fatto vincere 3 coppe Italia, una Super coppa e soprattutto uno scudetto mancante da 33 anni. Ci hai regalato gioia e bel calcio portando a Napoli idoli come Marekiaro Hamsik, Pocho Lavezzi e Ciro Mertens, e ancora oggi con il tuo staff siete andati a “pescare” in Georgia un talento assoluto come Kvicha Kvaratskhelia.
Forse ci siamo imborghesiti, ci hai abituati ad un Napoli che gioca bene al calcio e vedere qualcosa di diverso ci fa storcere la bocca. Scendiamo dal piedistallo ragazzi miei, riappropriamoci della nostra dimensione. Noi non siamo le tre “strisciate” del nord Italia e politicamente contiamo meno di Roma e Lazio. Facciamo i conti con la storia che non ci annovera tra i cowboy ma decisamente tra gli Indiani. Smettiamola una buona volta di combatterci affibbiandoci soprannomi insulsi. Noi tifiamo Napoli…Facciamo fronte comune con la squadra e la città e soprattutto stiamo affianco al nostro presidente uomo visionario e divisivo al quale però gli occhi brillano e la voce si rompe dall’emozione quando parla di Napoli e del Napoli.
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