Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli ha parlato di Natan e tanto altro a “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Natan, Bruscolotti: “È stata una gara di attenzione e presenza, anche se non è stato sollecitato troppo. Una partita di normale amministrazione”
Che Napoli è stato quello di Bologna?
“C’è qualche segno di ripresa, ho visto un Napoli più corto e compatto. Quel che manca è l’incisività sotto porta. Siamo soltanto all’inizio e, pertanto, c’è tutto il tempo per migliorare anche questi aspetti. Ciò detto, ci sono stati atteggiamenti che, seppur brutti a vedersi, sono comprensibili. Si tratta di periodi che un attaccante può attraversare e che determinano il suo umore. Eviterei di drammatizzare. La cosa importante è continuare con il lavoro e trovare la condizione migliore”
Prova convincente di Natan?
“È stata una gara di attenzione e presenza, anche se non è stato sollecitato troppo. Una partita di normale amministrazione, come si soleva dire un tempo. Ha dimostrato una buona visione, denotando una certa tecnica tipica dei difensori brasiliani”
Un Napoli in crescita al Dall’Ara?
“Ho visto un ottimo primo tempo, ed una ripresa in leggero calo. La migliore condizione, però, è chiaro non si raggiunga in un pungo di partite. Ripeto che andrà concesso il giusto tempo per rodare forma fisica e meccanismi di gioco”
Il Napoli può continuare a difendere lo scudetto con la stessa compattezza di Bologna?
“Il cammino è ancora lungo, non fasciamoci la testa anzitempo. C’è tutto il tempo per recuperare i punti persi. Soprattutto, sarà importante acquisire la forma ideale”
Cosa avrebbe detto, al posto di Di Lorenzo, ad Osimhen?
“Impostare un discorso in campo è difficile. Avrei atteso di rientrare negli spogliatoi. A mente fredda si ragiona meglio”
Crede che Garcia abbia il gruppo in mano?
“Da come parla sembra di sì. Il nervosismo che vediamo in campo, infatti, credo sia dovuto ai risultati recenti. Difatti, eviterei le solite dicerie e processi. Sono in tanti a parlare di un malcontento dello spogliatoio. Io preferirei, invece, che si lasciasse il gruppo sereno e libero di lavorare”
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