Il comunicato del Napoli su Kvaratskhelia è quel di cui la squadra non aveva bisogno. Strategia e comunicazione, per ora, rette parallele.
Kvaratskhelia e il comunicato, la ‘caz**ta’ rischia di farla il club
Si parlava da giorni del rinnovo di Kvaratskhelia, di lui come quello di altri azzurri. In pochi, quest’estate, hanno goduto della fortuna di aver raccolto riscontro nelle notizie di mercato, e così si sono susseguiti i consueti ottimismi sull’annunciato adeguamento. Il tira e molla fa parte del gioco, meno il comunicato uscito in giornata proprio sulla questione. Il club non usa mezzi termini, e si rivela poco ‘top’ nel precisare l’inesistenza di qualsivoglia trattativa. ‘Cazzate’ si è detto, ma bastava anche meno.
Questa volta De Laurentiis non ha sfogato le proprie ire contro i giornalisti (anche se l’Ordine dei Giornalisti non ha propriamente gradito). Nel comunicato si legge che essi hanno sbagliato a riportare quella che sarebbe la narrazione inesatta della vicenda. Si precisa che, in tal caso, le uniche fonti sarebbero gli agenti del ragazzo. Appare chiaro, dunque, che il messaggio sia diretto all’entourage. Una presa di posizione netta. Si spera non una chiusura definitiva. Non è certo un toccasana per le trattative, sia per l’accentramento delle attenzioni (inevitabile), sia per i termini inaspriti. Andare al braccio di ferro col ragazzo, difatti, non sarebbe il massimo.
Si è detto poco ‘top’ perché – e perdonerete il perbenismo – dall’ottava forza del calcio europeo ci si attende ben altro. La toccata e fuga sui social è, già di per sé, poco corretta. Si è passati dai malfunzionamenti tecnici della sala stampa nei giorni dopo la querelle Veiga al fulmine a ciel (poco) sereno di oggi. Insomma, chiarimenti a singhiozzo, ed a comando. A ciò si aggiungono i toni, problema atavico di questo club. Una strategia comunicativa che di strategico ha poco, di comunicativo ancor meno.
Kvaratskhelia e il comunicato, la ‘caz**ta’ rischia di farla il club
Miglior giovane della scorsa Champions League ed MVP della Serie A, tra i tre protagonisti assoluti dello Scudetto. Questa è una delle tante, e forse la principale ragione per cui non cimentarsi nella battaglia di nervi. Abbiamo imparato (non tutti) dal caso Veiga quanto possa essere infruttuosa la strategia del ritiro tattico. In questa circostanza, per di più, ad essere coinvolto è un Kvara a cui non mancano di certo le lusinghe dei top stranieri. Temporeggiare o, ancor peggio, disfare comporterebbe il serio rischio di gettare il ragazzo tra le braccia di club ‘rivali’. In un simile scenario, poi, non si potrebbe certo sperare nel massimo nella monetizzazione.
Volendo avvalersi di una facoltà di giudizio all’insegna dell’oggettività il mercato del Napoli non può dirsi soddisfacente. I fasti della scorsa stagione lasciavano legittimamente sperare in altro. Soprattutto le lacune già affrontate nell’anno del tricolore inducevano ad ipotizzare… maggiore movimento. Dopo un mercato che, invece, non ha visto la dirigenza adoperarsi con decisione, sarebbe stato lecito attivarsi almeno sui rinnovi. Al tira e molla (anche in questo caso) con Osimhen e Zielinski si aggiunge quello Kvaratskhelia. Risolvere le problematiche di casa propria, quando non si è in grado di farlo all’esterno, sarebbe stato stato doveroso. Soprattutto entro i limiti imposti dal calendario. Perché i calciatori, a torto o ragione, dovrebbero poter scendere in campo con la giusta serenità. Eppure il tempo c’era stato, tra una ‘cazzata’ e l’altra.
Comprensibile ed anche virtuosa la volontà del presidente di cimentarsi nell’innovazione. Tante le pioneristiche iniziative di De Laurentiis, dalla produzione autonoma delle divise alla meticolosa cura dei contratti. Il calcio, però, vive e si nutre anche della sua secolare tradizione. Storia di uomini e di soldi, oltre che di sport. L’usuale che appartiene più all’uomo che all’atleta andrebbe accompagnato nel suo corso. Quantomeno non ostracizzato drasticamente. Il rischio di ritrovarsi da soli al timone di una nave rivoluzionaria deserta è concreto. È impensabile, ad oggi, poter ritrovare supporto concreto in un atteggiamento simile. Il rischio di ritrovarsi con il fatidico ‘cerino’, poi, è concreto. Come già detto, chi troppo vuole nulla stringe…
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