Napoli, la Via Crucis della felicità: perchè un passo falso può essere vincente

La negazione dell'essenza del calcio

Qualche settimana fa, in occasione di Pasqua, su TikTok girava un video in cui la Via Crucis si fermava in occasione della partita del Napoli. Sacro e profano si mescolano in una scena da film: neanche i migliori autori avrebbero potuto o saputo descrivere un siparietto del genere. Questo perché determinate emozioni si vivono, non si raccontano. Questo Scudetto – il numero tre per il Napoli – sarà impossibile da raccontare: va vissuto.

Fortunato chi ci sarà e potrà conservare certi ricordi per sempre, che valgono molto più di un semplice video su TikTok. La città è in festa da settimane, in barba alla scaramanzia: il sogno è sempre più vicino e quando la felicità si concretizza è più facile urlare e sfogarsi anche per mettere un contesto a tutta l’euforia circostante. È successo, proprio a noi: una sensazione che, per motivi diversi, abbiamo vissuto tutti. Il popolo azzurro la vive per il calcio.

Napoli, festa rimandata: anche questo è un “successo”

Poco importa, davvero, quel che succede in campo: la festa ormai è fuori. E se Dia – dalla Francia con vista su Salerno – scombina i piani e allontana di qualche giorno lo Scudetto, non interessa. I partenopei hanno vinto la ribalta: protagonisti del mondo e nel mondo per settimane. Un traguardo atteso da 33 anni – al pari di una Via Crucis – che sfoga come una resurrezione e una lezione perenne contro i luoghi comuni, gli stereotipi e la facile ironia: una stagione da record che riallaccia passato e presente, guardando al futuro.

Il nome più gettonato da Fuorigrotta in poi è Victor, in principio era Diego, ma i tempi cambiano: l’importante è che i cuori ancora battano. La lezione migliore, se una morale deve esserci, l’hanno data i tifosi partenopei dopo il pareggio della Salernitana: hanno continuato a festeggiare, perché l’euforia, l’amore e l’affetto non conoscono istanti, ma solo occasioni. Le quali non seguono numeri, risultati e logiche. Solo la voglia di stare insieme. Napoli e il Napoli, oggi, sono strette in un unico abbraccio in grado di fermare scettici, diffidenti, detrattori e persino sacerdoti – com’è successo a Pasqua – che avranno detto una preghiera in più affinché quel Diego che tutto vede – anche stavolta – possa metterci lo zampino.

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