Emanuele Calaiò, ex calciatore del Napoli ha parlato di Kvara, della sfida tra Napoli e Milan e di tanto altro a “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.
Kvara, Calaiò: “Il Milan non gli ha concesso nulla, se avesse segnato quel gol all’andata…”
Napoli che ha subìto due reti in fotocopia dal Milan?
“E’ quello che mi fa più rabbia. Il Milan si è qualificato grazie a due errori individuali, e senza un gioco particolarmente straordinario. Tra andata e ritorno non si è riusciti a fermare dei contropiedi che avrebbero necessitato di quella esperienza e scaltrezza fondamentale in determinate occasioni, anche a costo di spendere un giallo. È una cosa che non mi so spiegare”
Kvara non particolarmente brillante: un calo fisico o un merito tattico di Pioli?
“Il merito di Pioli non può essere negato. Al calciatore azzurro non è stato concesso un centimetro. Calabria ha sempre giovato del supporto in marcatura dei compagni. Oltre a ciò, va sicuramente considerata anche la stanchezza, giunti ormai al termine di una stagione tanto intensa”
Quali sono le frecce mancate la Napoli?
“Nel calcio vince chi la butta dentro. Sia all’andata che al ritorno il Napoli ha avuto più occasioni, se Kvara avesse realizzato la rete del vantaggio a San Siro oggi parleremmo di un’altra gara. Concedere vantaggi come quelli dei gol ad una squadra come i rossoneri può rivelarsi fatale. Nei quarti di finale bisogna concretizzare le poche occasioni che le avversarie concedono”
Come giudica la condizione fisica dei partenopei?
“Il Napoli ha fatto un grandissimo primo tempo, di grande pressione e atletismo. Nella ripresa la squadra è calata. Siamo a fine aprile, le partite sono tante e la stanchezza è un fattore da mettere in conto. Inoltre, la mancanza di Kim ed Anguissa credo si sia fatta sentire. Il centrocampista è un calciatore dinamico e reattivo, sia negli inserimenti che nel giro palla. Il difensore è un calciatore che crea superiorità numerica, capace di giungere sino al limite dell’area”
Si aspetta una semifinale tutta italiana?
“Credo di sì. L’Inter è una squadra fisica, con un tecnico bravissimo nella fase difensiva. Dunque, ritengo sia difficile per il Benfica recuperare due reti ai nerazzurri. Una semifinale italiana è un ottimo risultato per il nostro calcio, indicativo di qualcosa che forse sta cambiando nel nostro movimento”
La gestione arbitrale può incidere sulla prestazione dei calciatori?
“Quando si è in campo non si presta particolare attenzione agli episodi, ci si concentra sul campo e sulla gara. A mente fredda si ha l’occasione di rivedere gli episodi e di assumere consapevolezza di quel che può essere stata la direzione di gara. A tal proposito c’è il rammarico per una gestione insufficiente, sia a San Siro che al Maradona. Personalmente mi è dispiaciuto non vedere un arbitraggio equo, ed assistere ad episodi come il mancato giallo a Leao ed il rigore su Lozano”
Errori arbitrali da imputare al caso o ai cattivi rapporti della società con la Uefa?
“Ritengo sia una questione di casualità. Il Milan è sempre stato una società gloriosa e rispettata in Europa, ma anche il Napoli ha saputo costruirsi una dimensione nel calcio internazionale. Non credo, dunque, che quanto visto nella direzione arbitrale delle ultime due sfide europee possa essere interpretato nel segno dei rapporti con la Uefa. E’ l’emblema dell’insufficienza della classe arbitrale”
Come si affronta la trasferta di Torino?
“Sarà una questione di testa, più che di assenze. Il Napoli ha saputo sopperire alla mancanza di giocatori chiave in modo ottimale durante la stagione. Sarà importante l’approccio psicologico. I ragazzi sono abbastanza maturi da comprendere l’importanza della gara contro i bianconeri, e della necessità di regalare una soddisfazione ai propri tifosi. Al Napoli non resta che chiudere definitivamente il discorso Scudetto, avvalendosi del ritorno di calciatori chiave”
Quali sono le differenze tra il pubblico di oggi e quello vissuto da lei?
“Non vivo tra i tifosi e non posso sapere quali possano essere i motivi di eventuali incomprensioni, anche tra i gruppi stessi. Ciò che posso dire è che, quando vestivo la maglia azzurra, tutto lo stadio remava dalla stessa parte. Era un San Paolo all’insegna dell’unità di intenti, volto a spingere la squadra verso il successo. Attualmente, invece, ho la sensazione che nel tifo ci si preoccupi maggiormente delle divisioni interne, più che del supporto di cui la squadra avrebbe necessitato. Un peccato in una stagione che si accinge ad essere storica”
Chi l’ha delusa di più tra Osimhen e Kvaratkshelia?
“Kvaratskhelia. Non per il rigore sbagliato, ma poteva fare meglio nel complesso. Nel secondo tempo mi è sembrato particolarmente testardo nell’insistere nella giocata, senza riuscire a dialogare con i compagni. E’ stato poco lucido anche nelle occasioni”
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Pasquale Caldarelli