La conferma di Spalletti, La Marca: “De Laurentiis ha fatto intuire la volontà di dar vita ad un ciclo. Su Boniface accostato al Napoli…”

Domenico La Marca, avvocato ed esperto in diritto sportivo, è intervenuto a “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, parlando della conferma di Spalletti e tanto altro. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.

La conferma di Spalletti, La Marca: “De Laurentiis ha fatto intuire la volontà di dar vita ad un ciclo”

Conferma Spalletti
Conferma Spalletti

“È notorio che in assenza del campionato l’attenzione dei media è rivolta sempre sulle presunte voci di mercato, ma l’unica vera notizia l’ha fornita proprio Aurelio De Laurentiis, che pubblicamente ha confermato la permanenza di Luciano Spalletti. Con queste dichiarazioni il presidente ha fatto intuire la volontà di dar vita ad un ciclo, visto il grande vantaggio progettuale che vanta il Napoli rispetto alle dirette rivali. Questo Napoli è sinceramente una macchina perfetta, che sta realizzando un qualcosa di rivoluzionario; pertanto, per proseguire su questa strada la priorità è trattenere il primo artefice, quel Luciano Spalletti, che a Napoli ha trovato il luogo ideale per dar vita ad un qualcosa di rara bellezza tecnica e concettuale, che i tanti veri appassionati sperano possa durare il più lungo possibile”.


Boniface accostato al Napoli, La Marca: “Sta emergendo alla grande, è uno di quei potenziali profili destinati davvero ad esplodere”

“È un attaccante che sta emergendo alla grande in questa stagione con la maglia dell’Union Saint Gilloise, questo classe 2000 non ha risentito minimamente del passaggio dal Bodo Glimt al campionato belga continuando a segnare con una certa regolarità e soprattutto mettendosi in mostra in Europa, realizzando tra i preliminari di Champions con il Bodo ed in Europa League con l’Union SG la bellezza di 10 reti. È un attaccante completo, dotato di una struttura fisica importante, essendo alto quasi un metro e novanta ma, nonostante ciò, possiede un’ottima tecnica di base che gli permette di trovare soluzioni balistiche anche dalla distanza e di saltare l’uomo con il dribbling che di solito non è il punto di forza per un centravanti della sua stazza.

Rispetto ad altri centravanti forse attacca meno la profondità ma è davvero abile nel legare i reparti e soprattutto si dimostra più adatto per i club che cercano di offrire un gioco collettivo. Sicuramente chi punterà su di lui la prossima stagione potrebbe fare un affare e forse rappresenta l’ultima chance per le italiane per tentare di acquistarlo a cifre relativamente contenute, difatti è uno di quei potenziali profili destinati davvero ad esplodere”.


La Marca: “Trovo alquanto ingenerose ed ingiustificate le critiche a Mancini”

“Trovo alquanto ingenerose ed ingiustificate le critiche che sono state rivolte a Mancini per aver deciso di convocare Retegui. Gli “oriundi” sono parte integrante della storia del nostro calcio sin dagli albori del nostro movimento, basti pensare che il primo oriundo convocato in nazionale risale addirittura al 1920, parliamo di Ermanno Aebi, stella dell’Inter di quegli anni, che poi divenne insieme a Ferruccio Novo e a Copernico nel 1949 selezionatore della nazionale.

Con la carta di Viareggio del 1926, con la quale si diede inizio al calcio professionistico in Italia, si vietò alle squadre di tesserare calciatore stranieri e così le società di massima divisione puntarono in maniera forte sugli oriundi provenienti in particolare modo dal Sudamerica, non fu un caso che nel ’34 la semifinale mondiale contro l’Austria venne decisa da un oriundo (Guaita) e che la stessa finale fu vinta in rimonta con la Cecoslovacchia anche grazie alla rete di Raimundo Mumo Orsi, calciatore che aveva raggiunto nel 1928 la finale delle Olimpiadi con la maglia dell’Argentina.

Ritengo che non si sia centrato il problema che sicuramente non è Retegui, che ha dimostrato un grande coraggio decidendo di indossare la maglia dell’Italia, e per il quale consiglio di proseguire proprio in vista del suo percorso in nazionale la sua carriera nel nostro campionato, ma l’incapacità del nostro movimento di far emergere i talenti nostrani, in particolare modo di metterli nelle condizioni in maniera graduale di essere protagonisti in Serie A. Reputo questa difficoltà dipesa da una mancata connessione tra le varie leghe professionistiche e la stessa federazione, che dovrebbero dar vita ad un sistema finalizzato proprio a portare in massima serie più calciatori italiani possibili”.


La Marca sul problema stadio: “Credo che i tifosi di qualsiasi squadra debbano essere liberi di professare l’amore per la propria squadra del cuore”

“Credo che i tifosi di qualsiasi squadra debbano essere liberi di professare l’amore per la propria squadra del cuore, non accetto alcuna presa di posizione in merito alla possibilità di non esporre presso le proprie abitazioni bandiere e striscioni. Nello specifico ritengo che tutte le città campane dovrebbero essere contente per la probabile vittoria dello scudetto da parte del Napoli, ma questo discorso bisogna estenderlo a tutto il Meridione.

Da anni non si vedeva la partecipazione in Serie A di tre squadre del Sud Italia e per la Campania deve essere un motivo di vanto avere due club che possono contare su proprietà forti e serie che stanno cambiando le gerarchie del nostro calcio. Il futuro scudetto del Napoli sarà un motivo di gioia pazzesca per i supporters azzurri ma allo stesso tempo deve essere visto come una vittoria per tutto il Meridione, dove esiste una passione unica per il calcio e la stessa deve essere il motore trainante per portare più squadre ad ambire a primeggiare per i piazzamenti più importanti in Italia ed in Europa”.


Hojlund, La Marca: “Per potenziale e per talento è forse l’unico giocatore che potrebbe rendere meno dolorosa la cessione di Vlahovic”

“Per potenziale e per talento Hojlund è forse l’unico giocatore che potrebbe rendere meno dolorosa la cessione di Vlahovic, che mi auguro possa sempre rimanere alla Juventus. Il danese ha mostrato di essere un potenziale campione, possiede alcune caratteristiche uniche, che farebbero comodo a qualsiasi squadra ed in particolare modo alla Juventus, mi riferisco in particolare alla sua capacità innata di attaccare la profondità.

È chiaro che indossare la maglia della Juventus comporta anche farsi carico di determinate pressioni ma anche da questo punto di vista il calciatore sembra offrire delle rassicurazioni visto quanto sta facendo all’Atalanta al suo primo anno in A e soprattutto visto di cosa è stato capace di realizzare nella sua prima settimana da titolare con la maglia della Danimarca. La valutazione del calciatore è destinata a salire e su di lui la concorrenza oramai sarà agguerrita soprattutto se ci sarà un effetto domino tra i centravanti dei big club europei, ma davvero potrebbe rappresentare il futuro della Juventus per i prossimi dieci anni.”

Davide D’Alessio

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