In una stagione di tante novità in casa Napoli, anche i calciatori che già erano in rosa stanno dando un grosso contributo. Tra tutti spicca il rendimento di Eljif Elmas. L’ex Fenerbahce ha superato ogni limite, andando oltre quella che possa essere la collocazione tattica. Il diamante macedone sembra aver finalmente trovato la sua dimensione all’interno della squadra partenopea. Le qualità non sono mai state messe in discussione. Soprattutto quando la persone che spinse per averlo a Napoli fu Carlo Ancelotti, che di talenti se ne intende e come.
Eljif nasce mezzala, ma con la gestione degli ultimi allenatori passati in azzurro, il problema in comune è sempre il solito. Quello di essere schierato spesso in ruolo diversi, magari anche di partita in partita rischiando di rendergli più complesso il processo di ambientazione. Mezzala, mediano, esterno alto a sinistra e anche a destra. Un continuo loop infinito, senza una collocazione tattica precisa.
Elmas, l’intuizione di Spalletti
Cambiare compiti di continuo può portare alla lunga a perdere qualità e brillantezza magari negli aspetti essenziali, quella giocata semplice che può fare la differenza. Questo è un aspetto da mettere in conto, Spalletti è consapevole di ciò ma intravede in Elmas la possibilità di poter dimostrare il contrario.
Infatti proprio il tecnico etichetta questo aspetto come: “non è sempre un bene il saper far tutto ma in questo caso siamo davanti a qualcosa di eccezionale”. Il tecnico di Certaldo possiede questa caratteristica naturale di tirare il meglio di calciatori. Ed Elmas è uno di quelli che ha riscontrato miglioramenti con il passare del tempo.
E lui sin dal suo arrivo sulla panchina azzurra, nel caso del macedone ha sempre sottolineato questa duttilità, per le sue qualità, indicando come avrebbe potuto portare a dei risultati importanti. L’allenatore azzurro pur riconoscendo la posizione ideale tra le linee, percepisce come Elmas possa diventare incisivo anche in altre zone del campo. Insomma la sfida più grande è quella di passare a convertire sul campo quest’idea, visto la difficoltà riscontrate dai suoi predecessori. E visti i risultati, anche in questo caso come ad esempio con Lobotka, ci è riuscito alla grande.
L’episodio alla vigilia della gara contro il Bologna, poi la svolta
Qualche miglioramento nella passata stagione già si era intravisto, ma a sprazzi per identificarlo come il momento della svolta. Un minutaggio elevato considerato la somma delle tre competizioni: 45 presenze con 7 gol e 6 assist in totale. Ma il cambio di passo concreto si verifica in questa stagione. Il primo segno lo lascia in campionato contro il Lecce: tanto turnover e prima da titolare dell’anno al posto di Kvaratskhelia.
L’episodio che fa scattare la scintilla definitiva, arriva verso metà ottobre a ridosso della gara contro il Bologna. Una foto su Instagram con tanto di riferimento ironico alla panchina alimenta diverse polemiche tra i supporters partenopei. Il tutto rientra con un chiarimento del diretto interessato, ma soprattutto con gli eventi che si verificheranno da quel periodo in poi. Un episodio va conciliato con un principio di base espresso da Spalletti. Tutti devono sentirsi titolari perché ciò che conta è la qualità, quella che viene messa nei dieci minuti a disposizione più che la quantità.
Elmas, la stagione della consacrazione del diamante macedone
Tra qualche altra presenza da titolare, alternate con spezzoni di gara arriva il 5 novembre. Kvicha Kvaratskhelia s’infortuna e tornerà a disposizione soltanto dopo la sosta Mondiale. Alla vigilia della gara in molti davano per certo l’utilizzo di Lozano dal primo minuto con Politano sulla corsia opposta. Il messicano gioca al posto di Politano e Spalletti, invece, stupisce tutti lanciando Elmas sulla sinistra.
Il macedone segna il gol della vittoria, con il prezioso contributo di Osimhen e lancia il Napoli sempre più in vetta. Quel goal cambia letteralmente il suo presente ed il futuro in azzurro. Chiude il 2022 contro l’Udinese realizzando il goal del momentaneo 3-0: una finta di corpo ed un controllo di suola sublime, la sua vera essenza.
Al rientro dal Mondiale subentra in occasione della sfida contro l’Inter. Eljif dimostra di essere uno dei più in forma dei suoi. Decisivo contro la Sampdoria dagli undici metri, una conclusione fredda a spiazzare Audero. Ed una prestazione complessiva positiva, questa volta da mezzala. Infine il Napoli scrive un pezzo di storia nel roboante 5-1 contro la Juventus e proprio lui mette il punto esclamativo sulla gara, questa volta da esterno destro. La stessa posizione dove nella passata stagione, non fece bene contro l’Inter al Maradona.
Elmas, oltre la collocazione tattica

Questa è un’altra grande intuizione di Spalletti. Dove tutti si sarebbero aspettati l’ingresso di Lozano al posto dell’infortunato Politano, su quella fascia il macedone lascia il segno. Atalanta, Sampdoria e Juventus in tal senso chiudono il cerchio e sono la fotografia della sua crescita esponenziale, specie nella costanza di rendimento. La mezzala, quello spazio tra le linee resta il punto dove si esprime meglio. Però il campo restituisce l’immagino di un ragazzo duttile, capace di fare la differenza anche sulla sinistra e sulla destra. Prestazione assicurata indipendentemente dalla collocazione tattica: Elmas c’è ed è sempre più pronto a lasciare il segno, in ogni zona del campo.
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Davide D'Alessio