Oltre alla certezza Yassine Bonou, tra le rivelazioni della favola Marocco troviamo Azzedine Ounahi. Il centrocampista di proprietà dell’Angers, insieme a Sofyan Amrabat formano cuore e polmoni del centrocampo della Nazionale di Walid Regragui. A restare sorpreso è anche Luis Enrique, che in seguito all’eliminazione della sua Spagna ha soltanto parole di ammirazione per il “numero 8”. “Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal numero 8. Non ricordo come si chiama, mi dispiace. Mamma mia, da dove viene quel ragazzo? Gioca molto bene, mi ha sorpreso. Non ha smesso di correre, deve essere devastato dalla stanchezza adesso…”.
La rivelazione del Marocco: Azzedine Ounahi
Amrabat è il cervello del centrocampo marocchino, colui che detta i tempi. A vederlo in questo fantastico percorso di Qatar22, sembra un calciatore totalmente diverso da quello ammirato con la Fiorentina. Ma della bravura del ragazzo è sempre rimasto folgorato un certo Cristiano Giuntoli, che di talenti se ne intende e nel recente passato, ha provato in tutti modi a provarlo in azzurro. Oggi in quella zolla del campo nel club campano c’è un altro specialista di quel ruolo: Stanislav Lobotka. Insieme ad Amrabat tra i migliori interpreti della Serie A.
Se Amrabat è l’ago della bilancia, Ounahi è la progressione, la calma piatta con la quale danza attraverso i calciatori delle squadre avversarie. Strappi improvvisi in avanti, dribbling e anche momenti di ripiego, una vera e propria lotta in mezzo al campo. Veramente difficile non restare incantati dalle sue qualità, ma l’ascesa ai grandi palcoscenici non è stata della stessa semplicità con la quale Ounahi è entrato in punta di piedi in questo Mondiale. Ma allo stesso tempo una svolta repentina in relazione alle premesse. Il classe 2000 è cresciuto calcisticamente nella propria terra, a Rabat nell’Accademia Mohammed VI. La miglior formazione possibile dei talenti marocchini, dove anche En-Nesiry e Aguerd sono stati scoperti.
Ounahi – Dalla delusione Strasburgo alla rivincita, fino ad arrivare al Mondiale con il Marocco
Prima del passaggio all’Avranches, terza serie francese, cresce nelle giovanili dello Strasburgo ma dopo due anni viene ritenuto non all’altezza di esordire tra i professionisti. La sistemazione all’Avranches per dimostrare che allo Strasburgo si fossero sbagliati, fino alla Ligue 1 ed al Mondiale. Tutto questo nel giro di soltanto due anni, una delle storie più belle che soltanto una competizione come il Mondiale può estrapolare. Una delle migliori partite del Mondiale resta proprio quella contro la Spagna dell’ormai ex ct Luis Enrique. Il centrocampista dell’Angers ha percorso 14.71 chilometri, vincendo ben sette duelli di gioco, recuperando anche nove palloni. Un talento molto duttile, caratteristica apprezzata dal suo allenatore Regragui.
Oggi tutti conoscono la sua storia e anche il suo nome e presto i riflettori del mercato potranno accendersi anche su di lui. A proposito, questo lo sa bene soprattutto il presidente dell’Angers che pare sia già rassegnato all’idea di una possibile partenza insieme all’altro compagno di squadra che ben ha figurato, Sofiane Boufal. “Ci stiamo preparando a tutto, oggi pomeriggio abbiamo avuto una riunione con il tecnico e il coordinatore sportivo per provare a valutare tutti gli scenari possibili e non trovarci spiazzati se dovesse succedere”, queste le parole del presidente Saïd Chabane.
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Davide D'Alessio