Serie A, due novità da introdurre per restituire credibilità al calcio italiano

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SERIE A – L’ultimo turno di campionato non verrà dimenticato a stretto giro. Purtroppo non per vittorie memorabili oppure per giocate da strapparsi i capelli bensì per i numerosi errori arbitrali.

 Da Sampdoria-Milan

Come spiegato anche dall’ex arbitro Mauro Bergonzi ai nostri microfoni, le prime defezioni si sono notate sin da subito, a partire dai primi impegni del sabato con Sampdoria-Milan. C’è più di qualche dubbio sul rigore non assegnato alla Sampdoria: contatto tra Kjaer e Sabiri, con il difensore rossonero che manca il pallone e tocca il calciatore blucerchiato. Tutto sommato, invece, giusto il rosso per Leao che sostanzialmente commette due ingenuità, anche se la seconda involontaria visto che l’intenzione era naturalmente quella di colpire il pallone. Il clou degli episodi si verifica durante la giornata di domenica. Coinvolte due delle tre partite delle 15, quelle tra Lecce-Monza e Bologna-Fiorentina. Tre calci di rigore non assegnati ai salentini, di cui almeno due netti, contro i brianzoli. Braccio largo di Molina sul colpo di testa di Colombo ed un tocco di mano nel finale di Pablo Mari nella mischia. Discutibile al Dall’Ara il goal convalidato ad Arnautovic per una gomitata di Kasius sulla nuca di Martine Quarta sullo sviluppo dell’azione che ha mandato in rete il goleador rossoblù. Nel pomeriggio Lazio-Verona ed un dubbio sul rigore non assegnato agli scaligeri, contrasto tra Cancellieri e Kallon in area di rigore.

a Juventus-Salernitana

Infine l’episodio che più sta facendo rumore, è il goal annullato a Milik proprio allo scadere della sfida tra Juventus-Salernitana. L’ultimo assalto dei bianconeri, l’attaccante polacco sugli sviluppi di un calcio d’angolo di testa completa la rimonta dei bianconeri. L’assistente Marcenaro viene richiamato dal Var per un potenziale fuorigioco: viene valutata l’intenzione di Bonucci, oltre la linea di toccare il pallone, dunque sembra una spiegazione più che valida. Fino a quando non escono fuori le immagini della ricostruzione di Sky del posizionamento di Candreva che tiene in gioco tutti. Insomma l’introduzione della tecnologia sarebbe dovuto essere un mezzo per evitare polemiche e dare agli assistenti di gara un’opportunità in più per rimediare agli errori. In realtà la scelta finale spetta comunque alla discrezione dell’arbitro e questo è maggiormente avvicinabile a tutti gli altri episodi di giornata. Se a questo ci aggiungiamo l’impossibilità del Var di poter rivedere l’azione da un’altra prospettiva per l’assenza della telecamera, allora il dado è tratto. E questo lascia un senso di profonda incertezza soprattutto quando si potranno ripetere errori simili senza aver la possibilità di poter visionare la corretta regolarità o meno dell’azione.

Due novità da introdurre: dialoghi Var e tempo effettivo

Oltre agli errori in se, gli arbitri sembrano vivere una situazione di “isolazione” dal mondo. Protagonisti in campo, ma c’è silenzio assoluto durante il fine partita dove spiegare soltanto il perché sia stata una fatta una scelta piuttosto che l’altra potrebbe evitare polemiche che restano irrisolte. Una soluzione potrebbe essere la possibilità di far ascoltare durante le partite, gli eventuali dialoghi tra l’assistente di gara ed il Var. Infine Napoli-Spezia è l’esempio lampante dell’ultima giornata, ma non il primo e non sarà di certo l’ultimo. Gli spezzini sono stati protagonisti di grosse perdite di tempo sin dall’inizio della gara. Spesso si assiste nel voler rallentare la ripresa del gioco contro avversari di blasone maggiore per portare un risultato insperato a casa. Poi miracolosamente quando si subisce il goal, le squadre smettono di perdere tempo o fingere infortuni per cercare di ritornare in partita. Scene brutte da vedere che portano a giocare a volte anche la metà dei 90′ a disposizione. E qui il tempo effettivo più che la soluzione, potrebbe anche essere un incentivo per rinunciare a questo modo poco corretto di fare e assistere a gare vere fino al termine delle partite.

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