Cristiano Ronaldo, una rivoluzione culturale

Cristiano Ronaldo, in queste ore dato vicino al Napoli

CRISTIANO RONALDO E IL NAPOLI – Le voci su un approdo di Cristiano Ronaldo al Napoli si fanno insistenti nelle ultime ore. Quanto mai eterogenea è stata la reazione della piazza che, dunque, si divide sul giudizio. Analizziamo però il significato che una operazione simile avrebbe per squadra, piazza e tifosi.

Cristiano Ronaldo, una rivoluzione culturale

Tra un caffè e l’altro al bar, in una pausa dal lavoro o la sera tra amici i discorsi dei pallonari napoletani, negli ultimi giorni, vertono ormai su un solo argomento. È una polarizzazione quasi spontanea del discorso, tanta è la portata della notizia, ma tra speranza, scetticismo ed incredulità il dibattito è sempre e soltanto uno: Cristiano Ronaldo e il Napoli.

Scettici, ma di che?

I lettori più nostalgici avranno spontaneamente rimembrato i rinforzi Champions di una lontana estate targati Santana e Chavez. Il passo da Mascara a CR7 non è stato certo breve, e nemmeno inspiegabile, perché il Napoli ha saputo costruirsi nel tempo una immagine forte ed appetibile. In molti, infatti, si sono detti scettici e persino riluttanti nei confronti di un 37enne che avrebbe poco da offrire. Altri hanno sostenuto, avvalendosi di quantomai valide analisi tecnico-tattiche, la scarsa idoneità con la squadra ed il modulo di un accentratore come Ronaldo. Si tratta di una dimostrazione chiara di quanto il Napoli sia cresciuto, ed insieme ad esso – a giusta causa – le aspettative dei suoi tifosi. Ma va anche ben chiarito che Cristiano Ronaldo non rappresenta un semplice top player. Il portoghese costituisce l’altra metà di un binomio che ha monopolizzato il calcio negli ultimi 15 anni. Per intenderci, il Portogallo ante Ronaldo vanta, tra Mondiali ed Europei, un bronzo ai mondiali del ’66, poi una sfilza di partecipazioni mancate ed eliminazioni al primo turno. Insomma, non è che li vinci per caso cinque palloni d’oro… Quindi diciamolo chiaramente: Cristiano Ronaldo al Napoli sarebbe – con le dovute proporzioni – il “rinoceronte bianco” del calcio italiano.

Mentalità, questa sconosciuta

Quante volte, ad un passo dal traguardo, abbiamo visto sfuggirci il trofeo tra le mani? Quante volte – e chissà quante altre ancora – si è fallita la fatidica prova del nove? Di casi da porre a esempio, ahinoi, ce ne sarebbero tanti. Ma senza voler sforzare troppo la memoria, basterebbe soltanto tornare a Napoli-Fiorentina di questa stagione. Di leader ne avevamo, Koulibaly ed Ospina su tutti. Ma mancava quella voce che, vantando di aver tagliato il traguardo e di averle vinte quelle gare, potesse guidare uno spogliatoio contro la paura. Come è finita lo sappiamo tutti, ma uno dei motivi per il quale i rossoneri, seppur con una base di giovani e giovanissimi, hanno terminato il campionato in testa è sicuramente la presenza di personalità forti. Perché il Milan, nei momenti cruciali e realmente decisivi, ha potuto sfruttare tutta la storia e lo spessore di figure come Maldini ed Ibrahimovic. Ora immaginate di rigiocare Napoli-Fiorentina, ma di sapere di avere nello spogliatoio un Cristiano Ronaldo in più: come finirebbe? Non possiamo averne la certezza, ma supporre una cattiveria ed un coraggio maggiori non sarebbe un errore, perché in quel del Maradona ci sarebbe finalmente quella voce. Ronaldo al Napoli porterebbe con sé un bagaglio di esperienza e mentalità vincente in grado di trasformare un gruppo intero. E forse la garanzia di non incappare mai più in quella paura atavica della vittoria, che troppe volte ci ha condotto verso un drammatico harakiri. Perché d’altronde la mentalità non cade certo dalle nubi, e come ogni altra dote va allenata. Ma quale migliore maestro di CR7?

Ritorno d’immagine

Il calcio moderno, come quasi ogni azienda, è strettamente legato ai social ed a quello che viene definito il “villaggio globale”. Diventa dunque vitale per le società, per ragioni di merchandising e marketing televisivo, vantare una certa appetibilità all’estero. Ronaldo, in quanto appetibilità e seguito estero, non è secondo a nessuno. Il portoghese vanta infatti poco meno di 500 milioni di follower su instagram. Ed è letteralmente una azienda che cammina, visti gli sponsor e società di cui è testimonial. Un approdo al Napoli della star di Madera, dunque, garantirebbe alla società un ritorno di popolarità incredibile. Basti immaginare la miriade di appassionati di calcio stranieri che, non potendo godere di un campionato nazionale di livello, si dilettano nella visione della Premier League o dei match delle star Messi e Ronaldo. Inoltre, senza voler affermare che “Ronaldo verrebbe ripagato dalla vendita delle magliette”, va anche riconosciuto un notevole ritorno di merchandising all’estero. Perché dopotutto, all’alba del post Messi e Ronaldo, non vi sono ancora fenomeni in grado di sostituirli nell’immaginario comune. Motivo per cui, una shirt del fenomeno portoghese sarebbe ancora un cimelio a cui ambire.

Una rivoluzione culturale

Delle riluttanze e scetticismi abbiamo già detto. Ma pensandoci, e rivivendo i nostri ultimi anni, una domanda, più di altre, sorge spontanea: noi, ad un Cristiano Ronaldo, siamo pronti? Nessuno può dirsi entusiasta di concludere al secondo posto, o di terminare anzitempo una competizione europea. Dunque, tutti (o quasi) si dicono impazientemente pronti per quel definitivo “salto di qualità”. Ed il portoghese, col suo approdo, sarebbe certo una bella spinta per quel salto. Ma il Napoli, come il presidente non ha mancato di sottolineare anche questa estate, sono ormai anni che si è cristallizzato in un grigiore di piazzamenti europei e comparse UEFA. Ed anche nel campo della comunicazione, della strutturazione e della “presentabilità” – social e non – non si sono registrati significativi progressi. Motivo per cui, leggendo – ed ascoltando – delle ritrosie su Ronaldo in azzurro ci si chiede se il tifoso napoletano non si sia appiattito in un comodo grigiore. Una comfort-zone che eviterebbe a molti di dover fare i conti con un salto di qualità che riguarderebbe anche i tifosi ed addetti ai lavori. Perché la forma mentis del vincente non ammette sbavature o attenuanti, l’unica scelta è la vittoria. Cristiano Ronaldo al Napoli, per questo, sarebbe una vera e propria “rivoluzione culturale”.

 

Gennaro Albolino https://twitter.com/AlbolinoGennaro?t=EFXIdnN1st4jbstG4zuYiQ&s=08

 

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