Inter, Moggi: “Con Lukaku hanno fatto un grande affare, a differenza dei blues”

Moggi

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto l’ex direttore sportivo di Napoli e Juve Luciano Moggi. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.

Moggi: “Per me non è giusto indebitarsi pur di accontentare il tecnico, perché quest’ultimo non conosce le esigenze economiche del club”

“Quello dei calciatori che vanno in scadenza è un problema che qualcuno deve risolvere. Ovvio che gli atleti siano proprietari delle proprie scelte, ma andare in scadenza lo fanno di proposito per strappare migliori condizioni economiche. Questo è un vero problema per le società, ma è difficile da risolvere, perché a contratto scaduto ognuno è libero di andare dove vuole. L’altra faccia della medaglia è che se un calciatore non rende secondo le aspettative, la società è costretta a pagarlo per quanto pattuito. Per questo io non farei più contratti lunghi. Qui bisogna prendere provvedimenti, ma nessuno lo fa”.
Cosa dovrebbe fare Giuntoli per gli attriti tra Spalletti e De Laurentiis?
“Le liti tra allenatori e presidenti sono particolari. Durante la mia attività ho sempre imposto agli allenatori che il mercato lo avremmo fatto noi, dicendoglielo prima di assumerlo, in maniera tale che il mister non avrebbe potuto lamentarsi. Per me non è giusto indebitarsi pur di accontentare il tecnico, perché quest’ultimo non conosce le esigenze economiche del club”.

Inter, Moggi: “Con Lukaku hanno fatto un grande affare, a differenza dei blues”

Pareri sul caso Lukaku?
“Lukaku è stato venduto dall’Inter al Chelsea a 110 milioni e ripreso a 8 milioni di prestito oneroso. Grande affare dei nerazzuri, pessima operazione degli inglesi. L’Inter di Conte è stata grande giocando di rimessa con gente come il Belga e Hakimi, mentre la squadra, con la gestione Inzaghi, è stata molto più propositiva. Ora siamo certi che Romelu si integrerà bene nell’attuale sistema di gioco? Lui non è uno che partecipa tanto alla manovra, e di mezzo c’è anche Brozovic: se lui è in forma e corre anche per gli altri, allora quell’attacco lì sarà sostenibile. Bisogna, però, tenere anche Lautaro Martinez, altrimenti sarebbe un errore gravissimo”.
Per riformare il calcio non potrebbe essere una buona idea aprire i corsi da allenatore a Coverciano anche a chi non è stato un calciatore?
“Questi sono i parametri per essere ammessi ai corsi da allenatore. Io farei un altro discorso: bisogna evitare di portare stranieri a gettito continuo nei nostri campionati, non è tollerabile vedere dieci undicesimi stranieri in una squadra, quando poi la maggior parte di loro non sono all’altezza dei nostri ragazzi. Quindi il problema principale non sono gli allenatori, ma l’importazione di stranieri che vengono scelti al posto degli italiani solo perché costano di meno e non c’è bisogno di fideiussioni, ma bastano assegni. Le società sono favorite da un punto di vista economico. In Serie A abbiamo oltre 360 stranieri, e non credo che tutti questi siano all’altezza di stare nella nostra massima categoria. Il problema, dunque, non sono gli istruttori né i formatori delle Primavera”.

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