FERRI – A “Offside – Terzo Tempo”, format condotto da Luca Cerchione in onda su Twitch, è intervenuto Mario Ferri “Il Falco”. Di seguito un estratto raccolto dalla redazione de IlSognoNelCuore.com.
Ucraina, Ferri: “Lì ho visto il terrore negli occhi della gente”
“L’esperienza in Ucraina è stata la più incredibile della mia vita, nonostante le tante invasioni e le tante esperienze calcistiche all’estero. È una situazione che mi è entrata nel cuore, è una popolazione che sta soffrendo tanto, stanno perdendo tutto, scappano senza meta. È qualcosa di unico aver aiutato alcune famiglie. Abbiamo visto quanta sofferenza può portare una guerra, ti fa crescere vederlo ma ti fa tanto male. Temi che questa guerra possa espandersi anche in Europa? Pensavo fosse un fuoco di paglia inizialmente, ma in Ucraina ho visto il terrore negli occhi delle persone: io ho brutti presentimenti, in generale e non solo per l’Italia. Siamo sicuri che se l’Ucraina si arrende Putin si fermi?
L’immagine che mi ha colpito di più è la fila di persone: sembrava un documentario. Le code erano lunghe circa 6 km e faceva tanto freddo. Erano tante persone alla ricerca della sopravvivenza. Vorrei ancora aiutarli, sono troppe persone che stanno andando verso l’ignoto. Tutto ciò mi rende quasi colpevole del mio benessere. Bisogna sempre immedesimarsi in queste situazioni drammatiche. Molto probabilmente ripartirò per l’Ucraina. Robin Hood? Il gruppo nacque nel 2015 con degli amici. Nella prima ondata di Covid l’ho fatto ripartire- dopo uno stop – offrendo giocate ai miei followers. Con i soldi che ho vinto mi sono autofinanziato in Ucraina e ho aiutato tante persone in India. C’era tantissima povertà, alcune persone non avevano nemmeno le scarpe. Ho regalato delle somme di denaro a tanta gente che non ne aveva”.
Miami 3, Ferri: “A maggio andrò a giocarci”
“A maggio andrò a giocare nel Miami 3, mi mancherebbe solo l’Australia per completare il mio obiettivo: giocare in tutti i continenti. Poi mi concentrerò sulla prossima invasione che farò in Qatar. A chi paragoneresti Osimhen? A George Weah, perchè inizialmente lui aveva una grande corsa, era un attaccante completo, così come Victor. Zielinski? È uno dei migliori centrocampisti che gioca in italia, ma gli manca l’ultimo salto di qualità. Il problema è caratteriale, non gli manca niente dal punto di vista tecnico. È un piccolo De Bruyne, gli manca la scintilla finale che lo faccia esplodere. Per alzare il livello deve andare in un altro campionato, in squadre come Barça, Arsenal e City: squadre che prediligono il possesso palla.
Un mental coach potrebbe cambiargli la carriera? Dipende, è soggettiva la cosa. Attualmente non sta rispondendo alle qualità che ha. Il campione (tra i primi 50 al mondo) non si deve paragonare a nessuno: devi essere te stesso e credere nelle tue potenzialità. Dovrebbe pensare che, nella squadra in cui gioca e nella Nazionale, deve credere in se stesso. Brahim Diaz? Gli spagnoli in Italia non hanno mai fatto bene. Ha ottime qualità, l’anno scorso ha giocato molto bene: ha tanta tecnica e una buona visione. Se ha il 10 dietro alle spalle al Milan un motivo c’è. Ero contento al suo arrivo, ma non sta rendendo perchè il nostro calcio è diverso dal suo. In Spagna giocherebbe titolare ovunque: lo stesso vale per Fabian Ruiz. In Milan-Juve mi finsi Bertolacci per entrare in campo durante la Supercoppa italiana: entrai con la maglia “no al razzismo” dopo che insultarono Koulibaly. Ad oggi, lo seguo ancora: ha segnato circa sette gol in Turchia”.
Balotelli, Ferri: “Mi devo ricredere su di lui”
“Mi devo ricredere su Balotelli: è all’ultima spiaggia ma credo riceverà un’altra possibilità. Io sono un grande fan del Napoli, simpatizzo per i tifosi e per la città. Se il Napoli vincesse lo Scudetto andrei città partenopea a festeggiare. Dopo il Milan ci sono i partenopei, prima ancora del Pescara. Qual è il problema del Napoli? È da anni che va avanti questa cosa, dai tempi di Sarri, tranne che con Maradona, naturalmente. Il problema è mentale. La tifoseria napoletana è molto passionale: a volte può essere “benzina” talvolta può generare tanta pressione. Mi manca il calcio degli anni 90’: ad oggi ho criticato anche Messi perchè è stato lui a voler andar via. Higuain? Ha fatto innamorare un popolo, era un re a Napoli. Però poi è andato alla Juve: ha tradito gli azzurri e ho pensato subito di invadere il campo per lanciare la sciarpa in faccia a Gonzalo”.
Inasione al San Paolo, Ferri: “Vi racconto un retroscena”
“Vi racconto un retroscena: mi dissero che per entrare dovevo saltare una vetrata, ma era impossibile. Non sapevo come entrare in campo: iniziai a controllare ma non si poteva scavalcare. Successivamente attraverso poi una porticina su cui stava scritto “Napoli Servizi”. Entrai e c’era una signora tranquillissima, le dissi di aver bucato chiedendole se potessi usare una casacca catarifrangente. Così decido di indossarla. Fortunatamente gli steward non si accorgono di nulla. Dovevo arrivare dove erano situate le ambulanze, ero nel settore superiore. Arrivo alla porta carraia. Non c’erano controlli. Durante il calcio d’angolo corro verso Higuain con la maglia di Superman con scritto “Ciro Vive” e “Juve Merda”. Lo stadio non aveva capito chi ero. Così lancio la sciarpa in faccia a Gonzalo: era molto spaventato. Appena tiro fuori la sciarpa del Napoli, il San Paolo esplose come se il Napoli avesse segnato un gol in Champions. È stata l’invasione più bella, tra le quindici che ho fatto.
Insigne? Quando era qui a Pescara con Zeman, io già lo seguivo ai tempi del Foggia. Nel 2011 organizzavo alcune serate in discoteca ed un giovedì si presentano Immobile, Verratti, Insigne e Romagnoli. Marco e Lorenzo bevevano un cocktail – il primo fumava anche – e io mi preoccupai pensando al fatto che fossero atleti. Io e Insigne pranzammo insieme un paio di volte. Ma nel tempo è cambiato: nell’incontro avvenuto dopo tanti anni mi deluse, ci rimasi un po’ male. Si pentirà di andare a Toronto, sono rimasto deluso della sua scelta. Poteva diventare il “Totti di Napoli”, ma anche Adl poteva offrire di più…”