Norberto Bercique Gomes Betuncal, noto a tutti come Beto è arrivato in Serie A proprio durante l’ultimo giorno di mercato disponibile. Si tratta dell’ennesima scommessa fatta dalla famiglia Pozzo nel corso degli anni. Non a caso la società bianconera è nota per trovare talenti sconosciuti per poi ottenere plusvalenze importanti in futuro. Prelevato dal Portimonense con la speranze di dare maggior fisicità e gol pesanti all’attacco per colmare il vuoto lasciato dalla partenza di Okaka. Nel calciatore portoghese la dirigenza friulana ha visto del potenziale tale da poter crescere nel campionato italiano, destinazione molto gradita dall’attaccante.
Il percorso tra difficoltà e sacrifici
Cresciuto nella città di Tires, il calcio non era l’unico sogno da portare avanti. Nel curriculum del portoghese c’è anche l’esperienza alla catena di fast food “KFC “. All’età di tredici anni ebbe l’opportunità di essere selezionato per le giovanili del Benfica. Non tutti i desideri si avverano e fu scartato per essere, a detta del club, non pronto per la categoria. Questa delusione stava per metterlo in crisi indirizzandolo verso una decisione che a conti fatti avrebbe portato non pochi rimpianti. La concorrenza nel club era spietata, la volontà di continuare a lavorare e lasciare il calcio stava per prendere il sopravvento. Il suo percorso è fatto di tanta gavetta e prima di arrivare nella massima divisione portoghese, di strada ne ha fatta tanta.
L’Olimpico do Montijo rappresenta una tappa importantissima per la sua crescita professionale. Precisamente nella stagione 2018/2019 ha una media gol impressionante, 21 gol in 33 apparizioni nella terza divisione del campionato portoghese. L’anno successivo attira l’attenzione del Portimonense che non esita ad acquistarlo. Il primo anno lo passa con la selezione giovanile del club registrando numeri importanti. Un trampolino importante per la stagione successiva, dove arriva la chiamata in prima squadra.
L’arrivo ad Udine
Quest’anno prima di trasferirsi in Italia ha iniziato la stagione in patria continuando a fare gol, ma la sua volontà è stata decisiva. L’Udinese ha stracciato via la concorrenza di club del calibro di Porto, Benfica e Bordeaux. Pur di liberarsi ha fatto di tutto per realizzare il sogno di giocare in Serie A, visto che da tempo aspirava ad un’esperienza nel nostro campionato. Si, perché dopo tante occasioni negate e sacrifici riaprire ferite che avevano messo in discussione il suo talento proprio proprio non gli andava giù.
Nelle gerarchie iniziali avrebbe dovuto contendersi il posto con Okaka, Nestorovski e Pussetto. Una concorrenza non del tutto irresistibile per il giovane portoghese. Il primo è stato venduto in Turchia, mentre il secondo ha disputato veramente pochi minuti in stagione. L’ex allenatore dell’Udinese Gotti nelle prime giornate ha optato per la coppia Pussetto-Delofeu, schierandolo soltanto a gara in corso. Ma è bastato davvero poco per rendersi conto di ritrovarsi dinanzi ad una vera e propria forza della natura.
Caratteristiche e rendimento
Esordio da titolare amaro contro la Fiorentina, sconfitta di misura senza riuscire a trovare la via del gol. Da quel momento in poi il rendimento è sotto gli occhi di tutti: sette gol in quindici partite complessive. Tra le caratteristiche principali troviamo forza fisica e fiuto del gol. Nonostante il fisico imponente l’attaccante ha dimostrato di essere molto scaltro anche a campo aperto. La rete realizzata contro il Milan, che ha permesso a Cioffi di ottenere il primo punto sulla panchina dell’Udinese, è l’esempio più recente.
Quindi oltre ad avere doti tecniche, può essere utile alla squadra anche nel gioco di sponda o di uscita palla al piede. Da apprezzare la sua volontà di aiutare molto i compagni. Senza dubbio un talento da cesellare, di grandi prospettive che può raggiungere livelli altissimi. In un calcio così frenetico, paragoni prematuri purtroppo non ci meravigliano più. Tra chi gli attribuisce l’appellativo di Haaland portoghese o ad esempio il “nuovo” Zapata.
La realtà è che Beto, come così tutti gli altri calciatori giovani, devono continuare a coltivare il proprio sogno. Possibilmente lasciandoli crescere senza futili pressioni e magari prendendo in esame altri colleghi o celebrità del calcio come fonte di ispirazione, niente di più, niente di meno. Le sue prestazioni di certo non saranno passate inosservate, specialmente ai club che hanno un disperato bisogno di avere un attaccante del genere in rosa. Quasi mezza Serie A ha i riflettori puntati su di lui. Considerando la giovane età (23), il numero 9 bianconero è ancora all’inizio della sua maturazione calcistica e può continuare ad evolversi sia fisicamente che tecnicamente. Al momento a goderselo sarà l’Udinese, che vede in lui uno spiraglio di luce nel mezzo di una stagione non particolarmente entusiasmante.