UP&DOWN ITALIA – Up&Down, rubrica scritta in esclusiva per
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Luca Cerchione, si sofferma sulla debacle dell’Italia di Roberto Mancini. Una volta scesi dalla giostra dell’Europeo, sono ritornati i fantasmi della gestione Ventura. Lecito farsi una domanda: la vera dimensione di questa squadra è quella espressa ad Euro2020 o quanto visto dal dodici luglio in poi?
Up&Down – Italia, ci sei cascata di nuovo!
La premessa è doverosa: ad oggi gli azzurri non sono fuori dal mondiale, a differenza della compagine guidata da Gian Piero Ventura. L’Italia di Roberto Mancini si giocherà i playoff – che inizieranno a marzo 2022 – per approdare in Qatar. Certo è che arrivare secondi in un girone composto da Svizzera, Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania fa male alla storia di questa nazione. Gli elvetici, è vero, sono andati oltre le più rosee aspettative, ma è altrettanto vero che i nostri abbiano deluso, e non poco. Dunque, chiudere il Gruppo C senza guidarne la classifica può essere considerato un
Down. Squadra spuntata, sterile, a cui è mancato il classico bomber d’area di rigore. Tredici marcature in otto gare contro gli avversari sopraelencati sono davvero poca roba. Situazione gravissima se si pensa ai sette gol segnati alla Lituania ed i 3 alla Bulgaria. Roba da rimpiangere Quagliarella e Caputo, ma anche Mattia Destro, Pinamonti o Petagna, senza scomodare i grandi arieti del passato. Un vero peccato, perché col portiere più forte del mondo, gli evergreen Bonucci e Chiellini, i centometristi Di Lorenzo e Spinazzola, e la classe dei vari Jorginho, Verratti, Insigne e gli altri, si poteva e doveva fare molto di più. Illo tempore, il buon Carlo Tavecchio si assunse –
ed ancora oggi lo fa – la responsabilità del fallimento. Oggi qualcuno pagherà?
La superbia va a cavallo e torna a piedi.
Up&Down – Italia: fallimento mondiale o miracolo europeo?
Banale ma vero: l’
Up di questa Italia è stata la vittoria di Euro2020. Quando Roberto Mancini ha provato a raccogliere i cocci lasciati da Ventura, nessuno si sarebbe mai sognato di chiedergli la vittoria di quel trofeo. Eppure, grazie al gruppo che ha saputo creare insieme ai suoi amici storici Gianluca Vialli, Attilio Lombardo e Alberico Evani, l’ex 10 di Samp e Lazio ha regalato al popolo italico la più grande gioia dal 2006 ad oggi. La manifestazione continentale sarebbe dovuta essere uno step di crescita, non di certo una storica vittoria. E proprio a causa di quella vittoria, probabilmente, oggi il giudizio sugli Azzurri non è lucido. Ripetiamo: pochi anni fa, di questi tempi, avremmo sognato la possibilità di giocare i playoff per approdare a Russia2018. Non dimentichiamo la vera dimensione di questa squadra, ancorché sia stata privata degli uomini chiave, fermi ai box per infortuni vari, nelle ultime tre soste.
Non è finita finché non è finita.
Luca Cerchione
Luca Cerchione