Da tener d’occhio: Giuseppe Rossi, la voglia di non mollare

GIUSEPPE ROSSI – Da tener d’occhio, la nuova rubrica de IlSognoNelCuore.com. Ad inaugurare questa nuova rubrica è una vecchia conoscenza della Serie A. Un calciatore che sarebbe potuto essere ricordato come uno dei migliori al mondo, ma ha dovuto fare i conti con le tantissime avversità che la vita gli ha messo davanti. Stiamo parlando proprio di Giuseppe Rossi, soprannominato Pepito. Rossi è nato e cresciuto in America, dove il calcio non è considerato come lo sport per antonomasia. Ad avvicinarlo a questa passione è suo padre Fernando,  di professione insegnante, ma che grazie al calcio diventa famoso dall’altra parte dell’oceano. Seguendo le orme del padre, Giuseppe dimostra di essere davvero portato per il calcio, tanto da ricevere attenzioni dal settore giovanile del Parma. In terra emiliana si mette in mostra e in quei tempi, i club inglesi cercavano in Italia i migliori giovani da poter portare in Premier League. A puntare su di lui, non a caso è il Manchester United di Alex Ferguson. Uno dei migliori allenatori di tutti i tempi, noto anche per il fiuto di scovare giovani emergenti. Il ct apprezza e riconosce il suo talento, ma è davvero difficile emergere quando ci sono tantissimi altri giovani di belle speranze a fargli la concorrenza. Allora il Manchester opta per il prestito al Newcastle, ma questa mossa non porta i frutti sperati. Nel 2006 arriva la chiamata dal primo club che aveva sin da subito creduto in lui, ovvero il Parma. La situazione non è semplice, i ducali sono in piena lotta per  salvezza. La mission impossible di Pepito e mister Ranieri è quella di salvare gli emiliani. E ci riesce a suon di gol e assist.

L’arrivo al Villarreal e l’incontro con Manuel Pellegrini

Il calciatore non ha più bisogno di presentazioni, ma in Italia come accade tutt’oggi, i giovani talenti sono costretti a lasciare lo stivale per tentare di fare le proprie fortune all’estero. Il detto ogni impedimento è giovamento rispecchia la realtà e  a credere nelle qualità di Rossi è il Villarreal. In Spagna ha la fortuna di incontrare Manuel Pellegrini, nonché allenatore del sottomarino giallo. Il ct oltre a mettere in risalto le qualità del ragazzo riesce a fare lo stesso con tutti i membri della squadra, permettendo al club di esprimere un calcio fantastico. A certificare quanto sopracitato ci sono i numeri, che in alcune circostanze non mentono mai. Rossi nel 2011 chiude le stagione arrivando a segnare, ben 32 gol in 56 partite, numeri impressionanti. La stagione successiva il Barcellona è alla ricerca di un attaccante da affiancare nel tridente assieme a Villa e Messi. Il talento del Villarreal sembra avere tutte le carte in regola per soddisfare l’identikit richiesto dai blaugrana. A far saltare la trattativa sono le richieste del sottomarino giallo, e dunque la trattativa svanisce. Questo, senza alcun ombra di dubbio, sarà uno dei più grandi rimpianti di Pepito. L’appuntamento con il grande salto di qualità, la magia di vivere le notti di Champions League, sembra soltanto essere rimandato.

L’inizio del lungo calvario

Il calciatore resta al Villarreal, ma da quel momento in poi la sua carriera prende una svolta inaspettata e niente più sarà come prima. Il 26 ottobre contro il Real Madrid, rimedia un infortunio gravissimo: rottura del legamento crociato del ginocchio destro. Pepito affronta l’abilitazione con la stessa forza che lo contraddistingueva sul rettangolo di gioco. Ma quando inizia ad intravedere la luce in fondo al tunnel, in allenamento, ancora lo stesso ginocchio fa scattare l’allarme. Tutto d’un tratto tutta la magia sembra svanire nel nulla, anche quella che stava vivendo il Villarreal: che senza il suo goleador retrocede nella serie cadetta spagnola. Il corteggiamento dei grandi club, purtroppo, diventa soltanto un lontano ricordo.

Il nuovo inizio a Firenze

Ad aspettarlo, però, c’è lo stesso Paese che lo lasciò andare via nei momenti della sua consacrazione: l’Italia, segnatamente Firenze. Nonostante ci volesse ancora tempo per rivederlo in campo, i Della Valle avrebbero fatto di tutto per averlo. Dopo aver perso anche papà Fernando, Rossi cerca di mettere una pietra sul passato ripartendo da una città che gli aveva offerto amore incondizionato, sin da subito. A Firenze scrive una delle pagine più belle del club gigliato, rendendosi protagonista di una vittoria che i tifosi viola attendevano con ansia da ben 15 anni. Al Franchi arrivano i campioni d’Italia della Juventus, che nella prima frazione di gioco impongono la loro forza passando in vantaggio per ben due reti a zero. Pepito nella ripresa, segna tre reti e si rende protagonista di  una delle rimonte più clamorose della storia del calcio italiano, la partita terminerà poi 4-2 in favore dei padroni di casa. Il gradino più alto del podio nella classifica dei cannonieri, sembrava diventare partita dopo partita realtà fin quando il destino non si intromise nuovamente nella sua vita.

Il sogno svanito con la Nazionale Italiana

Al termine della stagione con la Fiorentina, in quell’anno si svolsero i Mondiali in Brasile. Prandelli mette subito in chiaro le cose, affermando che ci sarebbero state poche possibilità di portarlo con il resto del gruppo. Nonostante la sua presenza nel match contro l’Irlanda, il ct azzurro conferma la sua decisione e non convoca Rossi. Quel Mondiale sarà un fallimento per la nazionale azzurra e molti si scagliano contro la decisione del tecnico di non aver dato la possibilità al goleador viola, ritenuto non pronto. Infortuni continui e problemi muscolari lo costringono a sparire almeno per un altro anno dai radar. Il tempo scorre inesorabilmente e niente può restituire quello che sarebbe potuto essere ma non è stato.

Giuseppe Rossi, la voglia di non mollare

Ciononostante, come un pugile che incassa colpo su colpo, prova a reagire mettendosi nuovamente in discussione. Levante, Celta Vigo e Genoa gli offrono la possibilità di poter giocare ancora ma il ginocchio, quello non operato fa crack, ed il calvario sembra non finire mai. Negli ultimi anni Manchester è diventata una sorta di seconda casa, che gli ha permesso di allenarsi e mantenersi in forma prima dell’esperienza in MLS al Real Salt Lake. Qualche giorno fa Pepito Rossi, a 34 anni suonati,  ha accettato la proposta della Spal. In attesa dell’ufficialità, indubbiamente l’italo-americano ha necessità di allenarsi prima di poter tornare nuovamente sul manto erboso in una gara ufficiale.

Forse non verrà mai ricordato tra i migliori calciatori italiani o del mondo proprio per la sua fragilità. La storia tra Rossi ed il calcio è un esempio di vita. Avere il coraggio di alzarsi un’infinità di volte, quando la cosa più semplice da fare, forse, sarebbe stata quella di scappare via alla prima difficoltà. Un ragazzo che si mette alle spalle i problemi che la vita gli ha messo davanti, non può non insegnarci qualcosa. Il migliore augurio che gli si possa fare, è che in quel di Ferrara possa trovare la giusta tranquillità dopo una carriera a dir poco tribolata. Con il segno delle ferite e del dolore sulle ginocchia ed il pallone nel cuore, questa è la storia di Giuseppe Pepito Rossi.

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