UP&DOWN AGNELLI JUVE – Up&Down, rubrica scritta in esclusiva per
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Luca Cerchione, non può soprassedere sul disastro Juve, col presidente Agnelli primo colpevole. Le sue scelte, tra cui il ritorno di Allegri e lo scambio Arthur-Pjanic, sono solo la punta dell’iceberg. Fortuna che in Serie A ci sono anche favole in stile Empoli.
Up&Down – Agnelli, Allegri, Arthur: le tre A del disastro Juve agganciata dall’Empoli
Il primo colpevole della debacle Juventus non può non essere il presidente
Andrea Agnelli, reo di aver preso una serie di decisioni a dir poco discutibili. Il record dei nove Scudetti di fila sembra ormai un lontano ricordo, e ciò che ha lasciato al nobile Andrea è solo un senso di onnipotenza. L’onnipotenza di poter mandare via Max Allegri in nome della ricerca del bel gioco perduto. Onnipotenza nel pensare che Maurizio Sarri non fosse all’altezza dello stile juventino, nonostante un campionato vinto. L’onnipotenza nel credere l’esordiente Pirlo, senza ancora il patentino da allenatore, migliore di altri tecnici disponibili sulla piazza. L’onnipotenza di mandare a quel paese, dopo appena una stagione, l’ex campione del mondo del 2006 per richiamare, guarda un po’, Allegri. Onnipotenza, che si può altresì leggere come presunzione, nel credere che basti chiamarsi Juventus per continuare a vincere in Serie A.
Credersi superiori è un’ammissione di inferiorità.
Massimiliano Allegri, richiamato alla casa madre dopo essersi resi conto che vincere Scudetti non era poi così male, sta dimostrando di essere lo stesso che era stato esonerato dalla Juventus. Nelle menti più ferree è ancora vivo il ricordo del suo pontificare dall’alto di uno sgabello al Club di Sky, ma il campo è un’atra cosa. Con il calcio che corre e si evolve alla velocità della luce, non aggiornarsi non ti consente di restare allo stesso livello, bensì ti condanna a sprofondare velocemente nell’oblio.
Restare studente è il miglior modo per diventare maestro.
Sarebbero tanti i nomi da fare se si vuole individuare chi non è all’altezza di giocare per la Juventus, ma quello che spicca più di tutti è il brasiliano
Arthur Melo. Arrivato a Torino in uno scambio con Pjanic – attualmente sotto la lente d’ingrandimento della Covisop – il centrocampista non ha mai trovato continuità a causa dei numerosi infortuni. Come se non bastasse, nelle sue venticinque presenze si ricordano più le topiche che le giocate. Settanta milioni di euro per assistere ad idee suicida tipo il retropassaggio che è valso un assist per Simeone nel primo gol segnato dall’Hellas.
Chi cambia la strada vecchia per la nuova…
Up&Down: Empoli da favola, Ibra da leggenda, Zielinski da… rivedere
Il primo Up di giornata è meritatamente dell’
Empoli del presidente Corsi. Ebbene sì: passano gli anni, gli allenatori, i direttori ed i calciatori, ma lui resta sempre in sella alla sua creatura. In barba a chi cede a cordate solide – spesso solo sulla carta-, Fabrizio è l’emblema del self made man italiano. Nell’anno del trentesimo anniversario di presidenza, i toscani sono attualmente all’ottavo posto, a pari merito con Hellas Verona, Juventus e Bologna, in un campionato segnato da vittorie clamorose come quelle contro i bianconeri ed il Sassuolo. Ogni favola ha il suo finale, e ci auguriamo che per i ragazzi di Andreazzoli sia lieto.
Cenerentola.
Zlatan Ibrahimovic continua a segnare come vent’anni fa, anzi, lo fa con maggior frequenza. A quarant’anni appena compiuti dimostra che con costanza e dedizione negli allenamenti si può diventare quasi un cyborg, superando gravi infortuni e continuando ad essere incisivo ed insostituibile. I giovani terribili di Stefano Pioli possono contare sullo svedese che, anche contro la Roma, li ha trascinati alla vittoria valsa l’aggancio al primo posto.
Gallina vecchia fa buon brodo. E tanti gol.
Non è ancora il
Piotr Zielinski che tutti conosciamo ma, nonostante la mancata preparazione estiva ed un infortunio muscolare ad inizio campionato, contro la Salernitana ha regalato al suo Napoli i tre punti necessari per continuare a sognare uno Scudetto che manca dal lontano 1990. Epoca maradoniana, per intenderci. Questo Up non maschera le pessime prestazioni che il polacco sta esprimendo, ma vale come incoraggiamento ad un talento cristallino, spesso, però, poco costante.
Diamante grezzo.
Luca Cerchione
Luca Cerchione