OSIMHEN PELLISSIER – A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Sergio Pellissier, presidente del FC Clivense ed ex calciatore, fra le tante, di Torino e Chievo. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.
Spalletti, Pellissier: “Il merito è suo riguardo l’exploit di Osimhen”
“Non avevo mai visto la terza categoria, ora la vivo in prima persona con FC Clivense. Devo dire che c’è tanta passione e voglia di mettersi in mostra. Siamo partiti bene con tre vittorie nelle prime tre. A questo livello ho capito che la burocrazia è lentissima, ma, per fortuna, la FIGC è molto vicina ai piccoli club. Le strutture, purtroppo, sono poche e carenti. Ogni squadra deve giocare dove gli danno il campo, ed i manti erbosi non sono quasi mai buoni. Dispiace perché ci sono tanti calciatori bravi che potrebbero fare di più, così come società virtuose. Osimhen? Ho sempre detto che mi piace, è bravo a tener palla, forte di testa e sa sfruttare gli spazi. La piazza napoletana è difficile perché pretende sempre il massimo, lui deve solo ambientarsi. Riguardo il suo exploit bisogna dare meriti anche a Luciano Spalletti: crede fortemente nel nigeriano e sa come gestirlo anche nei momenti di difficoltà. Gattuso è stato sfortunato, nella scorsa stagione, a non averlo a disposizione”.
Belotti, Pellissier: “Fa reparto da solo, è un giocatore completo”
“Juve? Ha cambiato molto e non ha più i giocatori di una volta. Fanno fatica a giocare, ma bisogna dare il giusto tempo di assestamento al nuovo allenatore, anche se per Allegri è un ritorno. Max non ha la stessa rosa di due anni fa, dunque gli va dato tempo. Ammissione di colpa della società? No, hanno provato altre strade che non hanno portato i risultati sperati nei tempi brevissimi che un club come quello di Torino richiede. Belotti? Giocatore completo che fa reparto da solo. Per i difensori è sempre difficile marcarlo. La differenza rispetto a qualche stagione fa è che ora partecipa di più alla manovra, legando il gioco, dunque fa meno reti. Se avesse cambiato casacca, indossando quella di una squadra in cui si sarebbe limitato a fare la punta, avrebbe potuto fare un’altra carriera”.