NATIONS LEAGUE – Dopo la disfatta all’Europeo, arriva il primo trionfo targato Francia. In seguito alla vittoria contro il Belgio in rimonta, gli uomini di Deschamps battono la Spagna in finale con lo stesso epilogo. Tante stelle, dunque, per chi spera di vedere un gioco eccelso sul collettivo, considerando la qualità a disposizione, probabilmente potrebbe aspettare in eterno. Si cerca la scintilla del singolo per infiammare la serata, e se più singoli si accendono, non ce n’è per nessuno. Ciononostante si registrano tanti miglioramenti, soprattutto la voglia di vincere e di reagire mentalmente da squadra dopo la brutta sconfitta contro la Svizzera. Il ct francese continua a proporre la difesa a 3: tre centrali di estrema qualità pronti ad impostare il gioco. Questa volta con un fattore determinante: Theo Hernandez a spingere sull’esterno, fenomenale. Oltre il terzino rossonero, si vedono volti nuovi rispetto ad Euro2020: Tchouaméni e Veretout, due centrocampisti che danno equilibrio e apportano maggiore qualità nella zona più vulnerabile del campo per i francesi.
Spagna
La Spagna si conferma una delle migliori Nazionali, esprime indubbiamente il miglior calcio. Il secondo posto, forse, sta anche stretto agli uomini di Luis Enrique che avrebbero meritato qualcosina in più. Se per il percorso l’Italia meritò l’Europeo, anche in quella semifinale i ragazzi di Enrique meritavano un epilogo diverso per il calcio espresso. Passano gli anni, cambiano gli interpreti ma nessuno potrà cambiare il modo di fare calcio degli spagnoli. Tanti passaggi nello stretto, la ricerca del possesso palla, a tutti i costi. Tra le tante critiche ricevute in Spagna, il ct spagnolo sta costruendo un qualcosa di importante anche per il futuro. In queste final four, in occasione delle tante assenze, si è potuto apprezzare l’impiego di Gavi su tutti: tanta personalità e determinazione, a soli 17 anni. Senza dimenticare Yeremi Pino e Bryan Gil, insomma la Spagna ha tutte le carte in regola per vivere il Mondiale in Qatar da protagonista.
Italia
Gli uomini di Mancini dopo 37 risultati utili consecutivi, tre lunghi anni di imbattibilitá, cadono contro la Spagna. L’ingenuità di Bonucci mette in salita una partita, che a parità di uomini sarebbe potuta andare diversamente. Gli azzurri si sono riscattati nella finale per il terzo e quarto posto, superando 2-1 il Belgio. Dopo la vittoria di Euro2020, subire un calo soprattutto dal punto di vista fisiologico è naturale. Le critiche dopo i pareggi contro Bulgaria e Svizzera sembrano un tantino eccessive. Immaginare di ripetere l’impresa anche a Qatar 22, sembra un qualcosa di impossibile. Vincere è sempre difficile e Mancini dovrà trovare qualcosa di speciale per puntare al gradino più alto del podio. Se vincere è sempre difficile figuriamoci dopo un trionfo del genere. La certezza la rappresenta la consolidata coppia Chiellini-Bonucci, che forse vivranno l’ultimo atto da compagni di reparto in nazionale e prima di cambiare le gerarchie daranno il massimo per far sognare ancora l’Italia. L’unico dubbio resta legato all’attaccante centrale: difficoltà in fase realizzativa per Immobile e Belotti. I giovani di belle speranze, Kean e Raspadori, non danno l’impressione di potersi caricare la squadra sulle spalle. Ad un anno dall’evento, trovare un’alternativa risulta quasi impossibile. Allo stesso tempo, però, dopo un passato buio, passare da una squadra senza spirito di gruppo e tantomeno di gioco, ad il poter ammirare un espressione calcistica del genere non può che rendere orgogliosi i tifosi italiani. Gli ingredienti per vivere un Mondiale da protagonisti restano i soliti, quelli più semplici ovvero spensieratezza e gruppo.
Belgio
Il Belgio resta, ancora una volta, fuori dal podio. Dopo aver raggiunto la terza posizione in Russia 2016, sembrava poter essere il punto di partenza. Invece a giochi fatti, resta il punto d’arrivo. Gli uomini di Martinez hanno collezionato l’eliminazione contro l’Italia agli ottavi ed Euro2020 e concluso la Nations League con due sconfitte. L’unica consolazione resta il primato nel ranking, che non potrà durare per sempre soprattutto senza la conquista dei trofei. Da un lato c’è delusione dall’altro consapevolezza. La delusione è dettata dal fatto di aver in squadra calciatori del calibro di Lukaku, Hazard, De Bruyne senza essere riusciti a portare a casa almeno un trofeo. La consapevolezza, quella di De Bruyne, di non aver a disposizione una rosa ampia per contendersi un trofeo con le avversarie. Come in ogni cosa, senza estremizzare, la verità sta sempre nel mezzo. Il centrocampista del City non ha detto inesattezze anzi, ma non può essere l’unico attenuante. Avere la possibilità di andare in vantaggio di due reti sulla Francia e subire tre gol in così poco tempo va oltre alla lunghezza della rosa. Mancanza di concentrazione, evidentemente anche scarsa attitudine per la vittoria, unite ad uno squilibrio di qualità del reparto difensivo rispetto al resto della squadra hanno portato a questi risultati.