PROCURATORI RANUCCI ALLENATORI – Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station.
Tare, Ranucci: “È proprietario di 400 sale scommesse”
“Abbiamo scoperto che tanti procuratori evadono in paradisi fiscali. Inoltre Tare è proprietario di 400 sale scommesse e che alcuni allenatori sono immischiati in situazioni poco chiare. Siamo partiti da un dossier dell’Uefa che non è mai stato pubblicato, perché generava troppo imbarazzo: i procuratori hanno mosso una cifra intorno ai due miliardi di euro, provenienti da commissioni, gestioni, compravendite dei calciatori. Nel tempo ci si sono infilati episodi di corruzione ed è arrivata la criminalità organizzata. Abbiamo ricostruito la mappa del potere dei veri signori del calcio, ovvero i procuratori dei calciatori, che evadono le tasse grazie alle sedi legali fittizie in paradisi fiscali come Malta”.
L’acquisto Muriqi
“Inoltre, alcuni di loro si sono macchiati di gesti di violenza nei confronti dei colleghi più deboli per accaparrarsi la gestione di alcuni atleti. Abbiamo sviscerato la storia di Tare, proprietario di 400 centri scommesse in Albania e segnalato da una informativa della Guardia di Finanza. Il fratello, console albanese in Turchia, è stato protagonista del trasferimento molto oneroso di un semi sconosciuto calciatore, Vedat Muriqi, alla Lazio”.
La storia di Giuseppe Cionci
“Abbiamo raccontato la storia di un faccendiere romano, Giuseppe Cionci, che prima raccoglieva i soldi per le campagne elettorali e poi lo abbiamo trovato nella lista degli agenti che hanno ricevuto commissioni. Quello che mi ha colpito è l’omertà che c’è in questo mondo. Possiamo dire che in alcuni casi superiore a quella che si riscontra nella malavita organizzata e la mollezza con cui intervengono gli organi sportivi. Non c’è trasparenza né tracciabilità. Si potrebbe limitare facilmente la questione dell’evasione fiscale, ma se non lo si fa è perché, evidentemente, a chi comanda va bene così. Si può dire ci sia connivenza”.