GATTUSO NAPOLI – Gennaro Gattuso arriva a Napoli in uno dei periodi più complicati dell’era Aurelio De Laurentiis. Il numero uno azzurro vede in lui la persona adatta per risollevare il gruppo, dopo l’ammutinamento effettuato con Carlo Ancelotti alla guida del club. In soli pochi mesi il tecnico calabrese riesce a ricompattare una squadra ormai spaccata in due, fino alla conquista della Coppa Italia ai danni della Juventus. La vittoria del trofeo, che manca da 6 anni, insieme ad alcune prestazioni convincenti nel finale di stagione, convincono il patron azzurro a prolungare il matrimonio con Gattuso.
L’obiettivo principale della stagione, appena conclusasi, è quello di ritornare in Champions League dopo un anno di assenza. La prima fase della stagione sembra poter garantire al Napoli un’annata entusiasmante e addirittura poter sperare in qualcosa in più del piazzamento Champions, anche se in alcune partite sorgono tanti dilemmi.
I primi problemi
Il mese di dicembre è quello della caduta libera per gli azzurri, che penalizzati da molteplici infortuni e casi Covid, lasciano per strada punti preziosi. La bozza del contratto del rinnovo per Rino, nonostante il periodo negativo, sembra pronta, ma alcuni particolari non trovano d’accordo l’ex Milan.
I risultati stentano ad arrivare, la situazione diventa sempre più complessa e addirittura la società dichiara il silenzio stampa, che si protrarrà fino al termine della stagione. Dietro la scelta di Adl, ci sono alcune parole “al veleno” di Gattuso nei confronti dello stesso presidente, reo di aver contattato altri allenatori nel caso la situazione non dovesse cambiare nell’immediato futuro. La volontà del patron è quella di non minare ulteriormente la serenità della squadra decimata dalle assenze, in cerca di risultati positivi per risalire la china.
Il filotto di vittorie e la debacle finale
Il ritorno degli indisponibili e l’eliminazione da tutte le coppe, permetteno al coach di avere la “settimana tipo”: una partita da preparare a settimana e di conseguenza provare la rimonta per raggiungere il quarto posto in classifica. Un filotto di vittorie importanti, unito ad alcune debacle clamorose, si susseguono per tutta la durata della seconda parte del campionato. La corsa per la prossima Champions League, si interrompe negli ultimi 90′ che avrebbero portato a tagliare la linea del traguardo, nel match casalingo contro il Verona.
Un Napoli padrone del proprio destino, getta via la qualificazione all’ultima giornata di campionato, permettendo alla Juventus di qualificarsi a discapito dei partenopei. La gara contro gli scaligeri è la fotocopia dell’intera stagione: mancanza di mentalità nei momenti clou ed evidenti limiti tecnici negano la gioia ai partenopei di ritornare nell’Europa che conta. Nel post partita arriva l’esonero di Gattuso, ormai nell’aria da ben cinque mesi, verificatosi poi solo al termine della stagione. Che sia chiaro, anche con la qualificazione Champions, seppur contro il volere del gruppo squadra, non avrebbe fatto cambiare minimamente idea al patron azzurro, intenzionato ad interrompere questo matrimonio già nel lontano febbraio.
Il lato umano di Gattuso che ha conquistato squadra e città
Il lato umano di Gattuso è sempre stato apprezzato dai giocatori e dalla città. Basta pensare che la squadra, prima del suo arrivo, non celebra nemmeno i gol segnati, un’atmosfera infernale. Rino è riuscito a far tornare il gruppo coeso e regalare nuove gioie anche ai tifosi dopo mesi terribili. In alcuni momenti calciatori come Mario Rui, Lozano, Ghoulam vengono allontanati per scarso impegno negli allenamenti. Però poi subito torna il sereno, per il bene della squadra e dei giocatori stessi.
L’intento di Rino è quello di dare insegnamenti ai calciatori, dai “litigi” nascono nuovi stimoli per ripartire tutti insieme. In seguito all’esonero, i calciatori hanno omaggiato il tecnico di Corigliano attraverso post sui social, ringraziandolo per tutto quello che ha fatto per l’intero gruppo.
Mister Gattuso da vero uomo del sud, si trova in perfetta sintonia con la maggioranza del tifo partenopeo. Alla vigilia di Napoli-Verona, i tifosi lo hanno omaggiato con diversi cori, sapendo che sarebbe stata l’ultima partita alla guida degli azzurri.
I limiti tattici
In alcune partite il tecnico ex Napoli, si è reso protagonista errori ben evidenti. Uno tra i tanti è quello di restare con un solo uomo a centrocampo in caso di svantaggio a ben 20′ minuti dal termine. Un opzione condivisibile se una squadra sta giocando il tutto per tutto negli istanti finali. Invece questa situazione si è riproposta in diverse occasioni dell’arco del campionato. Contro il Verona, lasciare il solo Bakayoko a centrocampo, ha creato maggiore confusione soprattutto nella costruzione del gioco.
Anche nel match contro il Granada in Europa League, un fermo immagine evidenzia come non ci sia comunicazione tra i reparti. Nella sfida contro l’Atalanta dello scorso 21 febbraio, fu commesso l’errore grossolano di cambiare i difensori sugli sviluppi di un calcio d’angolo in favore degli orobici. Quell’episodio costò il definitivo 4-2, che indirizzò il match in favore dei padroni di casa. Il gol subito nei pareggi interni contro Cagliari e Verona, sono entrambi frutto di un posizionamento errato della linea difensiva.
Sulla ripartenza viene lasciata libero un uomo in 4 vs 4 e gli avversari sono liberi di depositare la sfera in fondo al sacco. Infine va aggiunta un’errata distanza tra i reparti e pressione alta, anche quest’ultima sbagliata.
Il passaggio alla Fiorentina
Pochi giorni dopo arriva l’ufficialità, Gattuso sarà il prossimo allenatore della Fiorentina. Nonostante alcuni errori evidenti, resta una gestione sufficiente alla guida del Napoli. Al tecnico calabrese va reso il merito di aver risollevato le sorti della squadra e di riportare un trofeo ai piedi del Vesuvio, dopo 6 stagioni di insuccessi. Nel club toscano avrà l’opportunità di poter migliorare alcune situazioni tecnico-tattiche e diventare uno degli allenatori più bravi in futuro. La volontà e lo spirito di sacrificiomostrati dall’ex Milan, potranno fare la differenza negli anni a venire.
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