Napoli, Masiello: “Sono stato vicinissimo all’azzurro, ma quando loro erano in B e io in A, rifiutai”

NAPOLI MASIELLO – Salvatore Masiello, ex calciatore, fra le tante di Palermo e Udinese, ha parlato di Napoli, di Maksimovic e di tanto altro a “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio

Masiello: “Hanno sempre avuto il problema del terzino sinistro…”

“Negli anni ad Udine ho giocato poco, ma è stato un’esperienza che mi ha aiutato a crescere. Già solo lavorando con calciatori del calibro di Iaquinta, Di Natale e Pepe, si migliora. Terzino sinistro per il Napoli? Hanno sempre avuto questo problema sulla corsia mancina, al di là di Ghoulam. Opterei per prendere un calciatore italiano, magari un mix: un giovane accompagnato da uno di esperienza. Parisi e Tripaldelli potrebbero essere profili interessanti. Io al Napoli? Sono stato vicinissimo all’azzurro, ma quando ero in A e loro in B, rifiutai per poter disputare il massimo campionato. L’anno dopo, accadde la situazione inversa, e Marino, forse, si legò al dito il mio no e non si concluse l’operazione. Da napoletano e tifoso del Napoli, sarebbe stato fantastico. Avrei usato la responsabilità di essere partenopeo per dare il massimo”.

Maksimovic

“Maksimovic? Lo vidi a Torino, mi ha rivelato che vorrebbe rinnovare. Tutino? Se fossi in lui, da calciatore che ha appena conquistato la A, penserei più di restare nella mia attuale squadra che approdare in un Napoli e non giocare mai. Ciò che fa decidere, però, è anche l’offerta economica. Provocazione sul non volere tre squadre campane? Chi giudica è il campo, nessun altro. Oggi, con le tecnologie, il calcio è cambiato: devi disputare ogni partita al 100% per evitare polemiche”.

Zamparini

“Zamparini? Ho un debole per lui. È stato il mio presidente da quando avevo 14 anni. Mi ha portato prima a Venezia, e poi al Palermo. Persone che fanno calcio come lui, con entusiasmo e anche iniziativa imprenditoriale, sono poche. In Italia manca un presidente di questo tipo, sono le persone che portano entusiasmo in piazze come Napoli, Palermo o Roma. Quando ero al Bari, ad esempio, Matarrese ci donava un premio ad ogni partita vinta, nonostante le difficoltà in cui viveva la società. Oggi sono tutti imprenditori con la paura di gettare soldi. Come il Torino, il presidente granata pensa al fatturato, vendendo i giocatori importanti e quest’anno hanno fatto fatica”.

 

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