COSTRUZIONE DAL BASSO – Il Calcio è uno sport in continua evoluzione. Si è passati dalle marcature ferree ad uomo, con tanto di libero alle spalle, al gioco (ostinato talvolta) della costruzione dal basso. I tempi cambiano e anche il calcio subisce variazioni, che possono essere vantaggiose o meno.
Costruzione dal basso, dove nasce e quando raggiunge l’apice in Italia
La costruzione dal basso nasce convenzionalmente in Spagna. Segnatamente, dal momento in cui sulla panchina del Barcellona approda Pep Guardiola, i catalani iniziano a sorprendere i tifosi e gli amanti di questo sport con il poi celeberrimo “tiqui taka”. Uno schema vede Puyol e Dani Alves ad impostare, Busquets a fare da “legno” in cabina di regia, Xavi e Iniesta ad assistere alla perfezione, per poi giungere all’intagibile Lionel Messi. Quest’ultimo è il collante tra centrocampo e attacco e rappresenta il finalizzatore per eccellenza in casa blaugrana. Tutti dotati di grande tecnica, tutti quasi come se avessero un mirino tra i piedi. L’azione parte dal portiere per poi spingere il pallone in avanti attraverso piccoli step. In Italia questo fenomeno arriva con un po’ di ritardo. Viene impiegato quasi alla perfezione dal Napoli di Sarri: Reina, Albiol, Hamsik e Jorginho sono stati colonna vertebrale di uno scheletro simil catalano. L’italo-carioca occupa il ruolo di “direttore d’orchestra”, mentre il difensore centrale ex Real (con il joystick Pepe Reina) è abile nel comandare il gioco, affiancato da un centrale di “rottura” come Koulibaly. Pionieri in Italia, oggi buona parte delle compagini del nostro campionato utilizzano questo tipo di gioco.
Costruzione dal basso, quali sono i precedenti
Per mettere in atto questo principio di impostazione balistica bisogna partire da alcuni presupposti: non tutte le squadre possono permettersi questo tipo di gioco. Come si suol dire, “in tutto ci vuole equilibrio e ad ogni cosa vi è un limite”. Se tutti gli allenatori si rifacessero alla suddetta citazione, forse tanti svarioni potrebbero essere evitati. Le squadre italiane sono uscite tutte dalle competizioni europee (regge solo la Roma in Europa League). I tanti gol subiti sono arrivati a causa di errori di impostazione difensiva. La Juventus in Champions con il Porto, in trasferta, nel tentativo di ripartire dal basso subisce gol dopo che Bentancur (regista della squadra) si abbassa per ricevere palla e compie l’errore di non smistare subito la sfera. Come la Juventus, anche l’Atalanta contro il Real Madrid che subisce gol a causa di un sbaglio del portiere. Non è da meno la Lazio contro il Bayern Monaco: questa volta è Musacchio, con un retropassaggio, a permettere a Lewandowski di gettare la palla in rete. Si potrebbe anche continuare, ma come già detto, a tutto c’è un limite. Tanti, invece, sono i gol arrivati grazie allo schema in questione, come nel caso della partita di Premier che ha visto Arsenal da una parte e City dall’altra. Emery e Guardiola che provano ad esprime un gran gioco. Gol di Aubameyang dopo un dominio territoriale dei gunners. Oppure, un azione che non vede il gol, ma che offre un esaltante spettacolo agli occhi dei tifosi, è quella dell’Inter al Camp Nou, quando Sensi sfiora il gol con un tiro da lontano.
Quali sono i pro e i contro e in cosa consiste
La costruzione dal basso permette alla squadra che la effettua di essere in superiorità numerica. Il gioco parte dal portiere, la squadra si abbassa e gli avversari pressano. Il pressing alto può portare il vantaggio di recuperare palla e di attaccare in ripartenza. Dunque, la squadra tende prima di tutto a “padroneggiare” la partita. Il dominio del gioco porta a stancare l’avversario e ad iniettare una dose di fiducia e di consapevolezza a chi la fa. La difesa si allarga, il mediano si abbassa e l’azione parte: tutta la squadra ha l’obiettivo di creare movimenti senza palla per creare nuove spazi. Se si riesce a superare la prima pressione, ci si può ritrovare in superiorità numerica anche a centrocampo. Il gioco diventa più veloce e, passaggi di prima e stop orientati posso solo avvantaggiare i calciatori. Se fatta bene, questa tecnica può portare tantissimi vantaggi, ma attenzione… Ci sono anche tanti elementi negativi in questo principio di impostazione. Infatti, per beneficiarne c’è il bisogno di rischiare e non poco. Perdere palla in fase di impostazione può risultare fatale: gli avversari si ritrovano in superiorità numerica e perdere palla al limite dell’area può rendere più facile la vita dei rivali. Di vitale importanza, dunque, è la presenza di giocatori dalle alte alta qualità tecniche: passaggi filtranti e stop orientati nello stretto possono aiutare a superare più facilmente la prima pressione. Gli amanti di questo sport sono divisi, c’è chi la favorisce e chi cerca di bistrattarla in tutti i modi. Solo il campo può decidere chi ha ragione. Ai posteri…
LEGGI ANCHE
Napoli, Scarlato: “Il futuro di Gattuso è lontano da Napoli. Insigne? Mi auguro resti a vita”
Pasquale Caldarelli