Napoli, un anno tra sperimentazioni e cambiamenti: ecco qual è il modulo più efficace e perché

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NAPOLI MODULO EFFICACE – Nell’attuale stagione, il Napoli ha cambiato l’assetto tattico per diverse volte. Ora la squadra di Gattuso sembra aver ritrovato la quadra e il modulo giusto per continuare a lottare per l’obiettivo Champions. Tra cambiamenti e sperimentazioni, il Napoli ha ottenuto ottimi risultati con un modulo in particolare. Ecco quale…

Napoli, un anno tra sperimentazioni e cambiamenti: ecco qual è il modulo più efficace e perché

Stagione 2020-2021, Gattuso siede sulla panchina azzurra con un anno di contratto e il mercato ha inizio: “ostracizzato” Milik (fuori rosa, ndr), dentro Osimhen e Petagna. Mertens rinnova il contratto dopo le sirene di addio e diventa il perno del progetto. Dopo due anni difficili, ADL decide di porsi un obiettivo molto chiaro per la fine della stagione: un piazzamento Champions. Nella stagione precedente il Napoli arriva settimo in classifica e per puntare ai vertici bisogna prima porre le basi con giovani e di prospettiva.

Tra l’entusiasmo e lo scetticismo azzurro arriva appunto il nigeriano Victor Osimhen dal Lille. L’esborso cash per acquistare il classe ’98 per il Napoli è dunque di 50 milioni di euro lordi (47.5 netti): un investimento storico in casa azzurra, insomma. Soprattutto negli anni in cui la pandemia ha distrutto economicamente il calcio (e non solo), spendere così tanto significa rischiare e il Napoli l’ha fatto.

Victor è un attaccante che fa della velocità il suo punto di forza: Osimhen sa attaccare la profondità come pochi. Il progetto inizia e il modulo scelto per esaltare questa sua caratteristica è il 4-2-3-1. La difesa non cambia, mentre il centrocampo e la trequarti sì. Infatti la mediana è rappresentata da Bakayoko/Demme e Fabian Ruiz. Il centrocampista spagnolo è quello che più – almeno nelle prime uscite – soffre questo assetto tattico, infatti le prestazioni positive non arrivano, tanto da far scendere la sua valutazione. Le caratteristiche non sembrano adatte, la poca velocità e la scarsa abilità nel recuperare palloni declassano (per un periodo) il gioiello spagnolo. Bakayoko viene richiesto da Gattuso per dare muscoli al centrocampo a due, ma anche qui le prestazioni non sono esaltanti. Tantissimi errori, spesso anche decisivi, condannano (con ogni probabilità) il francese a tornare al Chelsea, in quanto arrivato in prestito secco.

Il principale motivo per cui Gattuso sceglie il 4-2-3-1

Gattuso sceglie di utilizzare il 4-2-3-1 per un semplice motivo: far convivere Mertens con Osimhen. Infatti il tecnico calabrese non può fare a meno del belga ed è per questo che nel caso in cui il titolare sarebbe stato lui, Osimhen avrebbe raggiunto un minutaggio molto basso. Convivenza è la parola chiave. Il “folletto belga” da trequartista crea spazi per l’attaccante. La partita a Parma rappresenta l’emblema del Napoli 20/21.

Il nigeriano che attacca la profondità e il belga, grazie agli spazi creati, riesce ad assistere e finalizzare. Un dato statistico fa riflettere: quando il Napoli ha avuto in campo anche solo uno fra Mertens e Osimhen ha conquistato 24 punti in 10 partite. Nelle altre 17 gare di campionato, mancando entrambi, la media punti è calata a 1,7. Con una media da 2,4, la squadra azzurra sarebbe proiettata a 67 punti e dunque ora sarebbe in lotta per lo scudetto.

Gennaro Gattuso, in un questa stagione, cambia l’assetto tattico diverse volte. Il 4-2-3-1 è utilizzato per gran parte della stagione nonostante la doppia assenza in attacco dei giocatori su citati. Ciò crea dibattito tra i tifosi, che a gran voce bramano il tanto amato 4-3-3. Ed ecco che il tecnico azzurro decide, nella seconda metà di stagione, e a sprazzi nella prima, di utilizzare i tre centrocampisti in linea. I risultati iniziano ad arrivare, anche se il Napoli ha bisogno di tempo per abituarsi ad un nuovo tipo di gioco quasi del tutto abbandonato.

Per poche partite, Rino sceglie anche di far scendere in campo gli azzurri con il 3-5-2: un vero e proprio esperimento che non dura nel tempo in quanto limita la creazione delle azioni offensive ma permette, allo stesso tempo, di subire pochi gol. Come in occasione di Napoli Atalanta di Coppa Italia, terminata appunto 0-0. Nelle ultime dieci partite il Napoli sembra aver trovato il suo giusto equilibrio: un camaleontico 4-2-3-1 che diventa 4-3-3 in alcune fasi della manovra. Demme in regia al posto di Bakayoko, Fabian Ruiz più libero di esprimersi offensivamente e Zielinski che in fase difensiva scala in linea con questi ultimi e in fase offensiva agisce da trequartista. Equilibrio e sacrificio che offre il polacco grazie ai suoi spostamenti tattici. Lui e Demme sono gli equilibratori del “nuovo” Napoli e permettono di far esprimere anche al meglio Fabian (decisamente migliorato rispetto al periodo pre-Covid).

La staffetta tra Mertens e Osimhen continua, infatti i due si alternano nella speranza per ritrovare forma e minuti importanti. Il nigeriano adesso è la scintilla che serve per accendere il match nel secondo tempo, mentre Dries offre qualità ed equilibrio sin dall’inizio. Dunque, il Napoli visto nelle ultime gare, pare aver raggiunto la giusta stabilità, raggiungendo anche un record in Serie A: 11 partite senza subire gol.

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