Napoli, Garics: “Al Napoli servirebbero più Insigne. ADL va solo ringraziato per la crescita del club”

Garics

NAPOLI, GARICS INSIGNE – Gyorgy Garics, ex calciatore del Napoli, ha parlato della crescita del club azzurro e di Insigne ai microfoni de “Il Sogno Nel Cuore”, trasmissione condotta da Luca Cerchione in onda dal lunedì al venerdì dalle 12:00 alle 13:00 su 1 Station Radio.

Napoli, Garics: “Al Napoli servirebbero più Insigne, oggi non esistono bandiere perché i ragazzi pensano solo a guadagnare di più”

NAPOLI, GARICS INSIGNE – “Il discorso che mancano determinati valori in rosa? Fa parte del calcio di oggi, dove la maggior parte dei ragazzi vengono cresciuti con l’idea di pensare sempre e solo ai soldi. Il problema più grande che ha fatti svanire la bellezza di questo sport, è, appunto, la crescita del business. Nella mia epoca, noi calciatori volevamo raggiungere un traguardo, un obiettivo in carriera, i soldi erano solo una conseguenza. Ora il primo pensiero è solo guadagnare di più.

Gli unici che ad oggi credono nelle squadre in cui giocano sono i calciatori nati nelle città di appartenenza dei club. Il Napoli ha la fortuna di avere Insigne in campo, e, infatti, si nota la voglia e la determinazione che mette Lorenzo rispetto a gli altri compagni di squadra sul rettangolo di gioco. Ho avuto il piacere di giocare con lui quando era nelle giovanili, e sono sicuro che lui sia innamorato della maglia azzurra e che abbia sposato il progetto Napoli. Servirebbero più calciatori come Lorenzo in rosa, quando hai solo lui fai fatica, ma il problema è a livello globale.

Non mi sento di condannare nessuno, ma qualora si tornasse ai nostri valori, ovvero quelli di raggiungere dei traguardi, gli stipendi arriverebbero lo stesso, perché nel calcio comunque si guadagna bene. Ad oggi girano davvero troppi soldi che non corrispondono al reale valore dei calciatori. Se pensiamo ad un Zidane, o un Figo, di certo non guadagnavano i soldi che percepiscono oggi determinati calciatori con qualità tecniche inferiori”.

Quel rocambolesco Roma-Napoli e la crescita del club partenopeo

“Sarebbe bello tornare in campo ad aiutare la squadra, soprattutto tornare all’Olimpico con la maglia del Napoli. Ci fu uno spettacolare 4-4 ai miei tempi, le classiche serate che si sognano quando si gioca a calcio. Prima di quella partita ero appena tornato dalla Nazionale e Reja voleva farmi rifiatare. Per fortuna il mister mi fece scendere in campo lo stesso, perché fu una sfida per me indimenticabile. Per quell’epoca era un evento raggiungere un pareggio fuori casa contro la blasonata Roma. È uno dei ricordi più belli che ho.

Crescita Napoli? Aurelio De Laurentiis ha dei grandi meriti per la scalata del Napoli ed i traguardi raggiunti negli anni. Ha preso in mano una società dal fallimento, ci ha creduto ed investi tanto, mantenendo sempre i bilanci in positivo. E nonostante tutto gli azzurri sono sempre lì a lottare per i primissimi posti. È ovvio che qualche errore lo abbia fatto anche lui, ma va solamente ringraziato. L’unico grosso avversario della squadra partenopea negli ultimi anni è stata la Juventus, in questa stagione sono tornate anche le milanesi, ed è normale che la sfida si complichi ancora di più”.

Gattuso o…?

“Gattuso? Non è semplice dare un giudizio, all’inizio ha dato un impatto importante alla squadra portando risultati importanti. In questa stagionr, invece, ha avuto problemi di rosa, tra infortuni e Covid. Se lui dovesse riuscire ad arrivare in Champions League bisogna solo congratularsi per l’ottimo lavoro, ma non è semplice lavorare a Napoli e con un presidente come De Laurentiis. De Zerbi? Gli vanno fatti i complimenti per ciò che sta costruendo col Sassuolo, per il suo modo diverso di giocare e anche per le sue dichiarazioni pubbliche. Uomo di valore, diverso rispetto al mondo del calcio di oggi. Alla lunga otterrà grandi risultati, potrebbe essere un candidato importante per il Napoli, ma il solo interesse della società azzurra è già un complimento enorme per Roberto”.

Mercato

Szoboszlai? Il Napoli non è convinto sulle sue qualità, altrimenti lo avrebbero già preso. In Austria e Germania, per le difficoltà che ci sono in Italia, non apprezzano la Serie A e anche per questo il ragazzo ha scelto il Lipsia. La Bundesliga non ha lo stessa difficoltà del campionato italiano. Quest’ultimo, sicuramente non è il calcio più bello da vedere, ma è sicuramente il più difficile. La Serie A non ha paragoni, il Napoli mi ha aperto le porte del calcio”.

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