FCS Sport&Fitness: l’importanza di gastrocnemio e soleo nell’allenamento delle gambe

FCS SPORT&FITNESS – Stefano, Fabio ci scrive: “Ho un dolore al polpaccio da almeno una settimana, mi è venuta una fitta mentre correvo e da quel momento il fastidio non mi ha più abbandonato. Posso continuare ad allenarmi, magari facendo squat ed altri esercizi, o devo stare completamente fermo?”

FCS Sport&Fitness: l’importanza di gastrocnemio e soleo nell’allenamento delle gambe

In primis consiglio al nostro Fabio di recarsi da un medico per avere una diagnosi più precisa riguardo l’infortunio subito. Potrebbe essere una contrattura, uno stiramento o, addirittura, uno strappo. Andando avanti da più di una settimana, forse potremmo già escludere la contrattura. Dunque, l’anamnesi di un medico è fondamentale. Per quanto concerne l’allenamento delle gambe con un infortunio al polpaccio si potrebbe aprire un discorso molto interessante che coinvolge anche l’articolazione della caviglia. Si sente spesso parlare di mobilità della caviglia poiché questa articolazione, alla base del nostro scheletro, è responsabile del buon funzionamento non solo dell’arto inferiore ma anche dei vari compensi che si possono verificare sulla colonna vertebrale. Nel complesso il polpaccio si compone della coppia dei gemelli (gastrocnemi) più superficiali ed il soleo che è più profondo.

FCS Sport&Fitness: l’importanza di gastrocnemio e soleo nell’allenamento delle gambe

Quando questi muscoli vanno incontro a disfunzioni, per tutta una serie di motivi, possono condizionare la mobilità della caviglia e del ginocchio e ovviamente creare compensi più in alto. Nel movimento dello squat, quando il ginocchio è flesso, la parte dei gemelli viene allentata rispetto invece a quella del soleo che resta allungato. Nella limitazione di caviglia, a ginocchio flesso come nello squat, il responsabile che finisce sotto accusa è spesso proprio il soleo. I motivi della sua retrazione possono essere vari: da quelli diretti per lesioni precedenti – come, ad esempio, distorsioni alla caviglia –, oppure indiretti – cioè che provengono dall’alto –.

Ricordiamo che gli stimoli elettrici che arrivano in questa zona partono dalla zona sacrale. Una caviglia “bloccata”, quindi, potrebbe essere in questo stato perché vi è una disfunzione a livello della zona lombo-sacrale. Tale disfunzione mette in tensione anomala il soleo e altri muscoli contigui, limita il movimento della caviglia e crea compensi a ginocchio, anca e colonna vertebrale.

Tuttavia alcuni esercizi di mobilità a ginocchio flesso possono essere utili per ridurre la tensione a livello del soleo e permettere una più naturale e fisiologica flessione dorsale della caviglia ed uno squat più libero da compensi. Se il soleo è il responsabile di questo limite funzionale e non vi sono “blocchi articolari”, molto spesso è sufficiente eseguire per un congruo periodo di esercizi di stretching di questo muscolo per ottenere ottimi risultati ed avere così uno squat più libero da compensi. Pertanto, ripeto, siccome non conosciamo bene lo stato dell’infortunio del nostro Fabio, non mi sento né di consigliare né di sconsigliare l’allenamento. L’unica cosa che posso consigliare è recarsi, quanto prima, dal medico ortopedico.

Stefano Conte

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