Fulvio Collovati , ex calciatore, campione del mondo ’82 ed opinionista Rai, ha rilasciato una bella e lunga intervista per la testata giornalistica Il Sogno Nel Cuore.
Collovati, ha visto giocare Maradona e Paolo Rossi: che ricordi ha di queste due persone al di fuori dal campo?
“Maradona l’ho incontrato da avversario ed è stato il giocatore più forte di tutti i tempi dal dopoguerra. Un giocatore inarrivabile, con una classe immensa: sapeva vincere le partite da solo. Ed era un avversario leale, un ragazzo molto generoso, tuttavia ha vissuto una vita sempre molto rischiosa, circondandosi di persone sbagliate, facendo degli errori, anche a causa della sua bontà. Paolo Rossi è stato mio compagno in nazionale per circa 8-9 anni. Insieme abbiamo vissuto gioie e dolori, anche lui era molto solare e sorridente, ci manca molto. Un tempo le prodezze di questo giocatore si vedevano attraverso le videocassette, oggi ci sono i social e i video di YouTube. Paolo è un amico che se n’è andato troppo presto. Come calciatore era un attaccante veloce, rapido e molto intelligente. La partita contro il Brasile è stata decisiva per ottenere il Pallone d’oro e probabilmente anche la vittoria del mondiale per tutti noi. All’epoca c’erano le marcature ad uomo, oggi molti giocano a zona. Io Pablito l’ho marcato (e picchiato) tante volte e non diceva niente, oggi ad ogni minimo contatto i calciatori cascano a terra”.
Che emozione si prova a giocare una finale del Mondiale e vincerla?
“Sono emozioni meravigliose ed è diverso rispetto alla vittoria con i club, in quel momento stai rappresentando una nazione intera. Sono ricordi indimenticabili e ci sono milioni di persone a trionfare il successo della propria nazione. Sembrava un mondiale perso, ma poi ci siamo presi le nostre rivincite”.
Cosa pensa della coppia Koulibaly-Manolas nel Napoli. Le sembrano compatibili?
“Sono due calciatori molto simili, bravi sull’uomo ma un po’ meno a costruire l’azione. Nel calcio moderno devi avere un difensore bravo sull’uomo e l’altro deve essere bravo ad impostare. Forse Koulibaly è più bravo di Manolas ad impostare, però ci sono molte disattenzioni tra i due. Albiol era il giocatore perfetto per giocare insieme a Koulibaly. Infatti il miglior Koulibaly l’abbiamo visto con il difensore spagnolo. È difficile giudicare la difesa perché ci sono stati troppi infortuni e cambiamenti”.
Gattuso ha preferito puntare su Hysaj escludendo Mario Rui. Condivide questa scelta? Sono problemi tecnici o pensa che ci sia altro?
“Credo che alla base ci sia un problema caratteriale, difatti Mario Rui è stato anche allontanato dell’allenamento. L’allenatore deve essere rispettato e se ciò non accade quest’ultimo è costretto a fare delle scelte”.
Sono passati circa due anni dall’arrivo di Gattuso sulla panchina del Napoli. Sulla base dei risultati ottenuti meriterebbe la conferma?
“I tifosi devono amare Gattuso per la sua schiettezza, spesso i tifosi al giorno d’oggi preferiscono allenatori che non dicono la verità, nascondendo la realtà dei fatti. Gattuso ha subito diverse critiche ma ha ancora la possibilità di arrivare al quarto posto. L’eliminazione in Europa League pesa molto, ma bisogna dire che il Napoli ha subito diversi infortuni, anche pesanti. Prima di giudicare un allenatore bisogna attendere la fine della stagione. Ho la sensazione che il Napoli arrivi in Champions, ma non basterà a confermare Gattuso sulla panchina azzurra”.
Chi è il profilo ideale per sostituire Gattuso?
“Dipende dagli obiettivi futuri della società, se si vuole ringiovanire la squadra, Juric è il profilo giusto perché sa valorizzare i giovani”.
Osimhen farà sognare i tifosi azzurri?
“È un ragazzo di buone qualità, ma la cifra spesa credo sia eccessiva, non so se in futuro sarà in grado di far sognare i tifosi del Napoli. Se Mertens ritrova la condizione fisica giusta, il Napoli può raggiungere il quarto posto.”
Cosa manca al Napoli per raggiungere lo scudetto?
“Normalmente non è facile vincere uno scudetto, solo la Juventus è riuscita negli ultimi tempi a vincerne nove di fila. Il Napoli ha perso una grossa opportunità tre anni fa quando aveva Sarri in panchina. In Italia vi è una grossa concorrenza per vincere lo scudetto: Milan, Inter, Juventus, dunque, è molto difficile vincere per il Napoli”.
Dove può arrivare la nazionale di Roberto Mancini?
“L’Italia potrebbe vincere anche l’Europeo subito, tutto può succedere, non vedo una grande favorita. Ad esempio la Spagna e la Germania stanno cambiando molto, non vedo una nazionale che possa dominare la competizione. L’Italia ha tanti giovani, forse non vincerà nell’immediato futuro ma nel giro di quattro anni si potrà costruire una grande selezione. A centrocampo e sugli esterni l’Italia ha grossa qualità, mancano attaccanti e difensori, poi Bonucci e Chiellini non sono più giovanissimi. Roberto Mancini sta facendo un buon lavoro”.
Qual è il difensore che più si avvicina a lei nel calcio attuale?
“In Italia, il 70% dei difensori sono tutti stranieri. Ci sono diversi giocatori all’estero e forse le mie caratteristiche sono simili a quelle di van Dijk. L’olandese è un calciatore bravo di testa e con i piedi, magari non ero velocissimo come lui, ma parliamo solo di caratteristiche non di altro”.
Com’è cambiato il modo di difendere del calcio moderno rispetto al passato?
“Oggi si gioca a zona – ripeto -, si guarda più la palla e meno l’avversario. Nel calcio moderno si utilizza maggiormente la costruzione dal basso, anche se a mio avviso non porta molti vantaggi. È un continuo passarsi il pallone, spesso diventa una noia mortale. Una volta il pallone veniva lanciato in avanti e si costruiva l’azione. È giusto che il calcio si evolva, ben venga la costruzione dal basso, ma bisogna adattarsi a seconda dell’avversario. Quest’ultima viene utilizzata per far stancare l’avversario e crearsi gli spazi. Dalla costruzione dal basso nascono pochi gol, anzi, ricordo alcuni gol subiti a causa di questo stile di gioco, un esempio recente è quello di Bentancur in Porto-Juventus. I miei allenatori dicevano che quando la squadra avversaria pressava, il nostro compito era quello di lanciare il pallone in avanti”.
Fulvio, pensa che il calcio, senza i tifosi, condizioni in positivo o in negativo i calciatori?
“I calciatori vengono condizionati maggiormente con i tifosi, alcuni non riescono a sopportare le pressioni. Giocare con i tifosi sugli spalti crea maggiori pressioni ai giocatori. Il calcio senza il supporto dei tifosi però è come se fosse un allenamento”.
In Russia, con l’acquisto del biglietto si dà la possibilità ai tifosi di vaccinarsi all’interno dello stadio, sarebbe favorevole a questo tipo di iniziativa anche in Italia?
“Sì, sono favorevole a questo tipo di iniziative, anche se è molto difficile vista la situazione attuale. Ovviamente mi auguro che tutta possa risolversi al più presto e ritornare allo stadio gradualmente”.
di Davide D’Alessio e Pasquale Caldarelli
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