Circa un anno fa arriva Gennaro Gattuso sulla panchina del Napoli. Il tecnico calabrese subentra a Carlo Ancelotti con l’obiettivo di risollevare una squadra moralmente a pezzi. L’avvio sulla panchina del Napoli non è entusiasmante: 4 sconfitte e 2 vittorie nelle prime sei partite. Gattuso sin dall’inizio ha provato a ridare equilibrio alla squadra portando il Napoli a giocare con il 4-3-3, il vecchio sistema di gioco valorizzato da Sarri. Dopo un avvio in difficoltà, Gattuso è riuscito a portare anche a casa un trofeo, la Coppa Italia, concludendo la stagione in campionato con risultati discreti.
Napoli, gestione Gattuso: le numerose assenze non devono nascondere problemi evidenti
Nella stagione corrente Gattuso ha accantonato l’assetto tattico utilizzato la scorsa stagione, cercando di imporre un proprio sistema di gioco utilizzando il 4-2-3-1. La partenza ha fatto ben sperare, ora però qualcosa sembra essersi nuovamente inceppato. Il rendimento del Napoli degli ultimi mesi ricorda tanto quello di un anno fa. Una squadra involuta dal punto di vista del gioco e delle idee. Uno dei tanti problemi che stanno circondando il Napoli sono i numerosi infortuni e le assenze dovute al Covid-19.
Dopo l’infortunio di Osimhen, calciatore ideale per sfruttare la profondità, si sono palesate le prime difficoltà per la squadra azzurra. Nel corso del tempo sono venute a mancare le qualità delle colonne portanti di questa squadra, assenze che stanno creando non poche difficoltà. La mole di infortuni può essere sicuramente un attenuante ma non si deve cadere nell’errore di giustificare le debacle solo attraverso le assenze. Il Napoli ha evidenti problemi di personalità, di carattere e di approccio alle partite. Lo stesso allenatore ha sottolineato come la squadra nei momenti di difficoltà cade in una depressione profonda anziché rialzarsi e lottare. Un difetto che il Napoli si porta dietro da diverso tempo, ma che con Gattuso ci si aspettava di risolvere.
Napoli, gestione Gattuso: le numerose assenze non devono nascondere problemi evidenti
Il gruppo ha un deficit clamoroso anche riguardo il ritmo di gioco: gli azzurri sono alla ricerca continua di gestire il possesso palla impostando l’azione offensiva dalla retroguardia. In questo modo il Napoli si trova sempre ad affrontare squadre con la difesa ben schierata, dove provare a penetrare le difese avversarie è molto difficile. Ad oggi nemmeno il rientro di Osimhen sembra aver riuscito a migliorare il gioco degli azzurri. I numerosi risultati negativi ottenuti specie contro le big, devono far riflettere la squadra. Non si tratta di una questione di modulo, 4-3-3 o 4-2-3-1, ma un club che punta ad arrivare in alto deve avere più alternative da sfruttare e adattarsi a seconda dell’avversario. Il Napoli nelle ultime settimane ha dimostrato di non avere una propria identità di gioco, una squadra priva di comunicazione tra i reparti.
Questa stagione il Napoli oltre ad aver perso la finale di Supercoppa Italiana ed essere stato eliminato in Coppa Italia è ad un passo dell’eliminazione in Europa League. Per ribaltare lo svantaggio di 2-0 contro il Granada, al Maradona servirà una squadra completamente diversa rispetto all’ultimo periodo. In campionato, invece, il club è in piena lotta per l’obiettivo prefissato dalla società, la qualificazione Champions. Per raggiungere l’obiettivo serve invertire rapidamente la rotta, è evidente che con quest’altalenanza di risultati il quarto posto rischia di diventare sempre più un miraggio.
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